Microsoft è nuovamente nel mirino della Commissione Europea. Trattasi, per la verità, di nulla di nuovo: Neelie Kroes, commissario europeo antitrust, torna sulle vecchie dispute e si dice costretta a nuove minacce contro il gruppo di Redmond per non aver avuto riscontri circa le richieste operate dalla Commissione nel tempo.
Dall’Unione Europea è arrivata una serie di multe milionarie contro Microsoft con l’obiettivo di forzare un intervento che permettesse a gruppi terzi di interagire adeguatamente con i prodotti del gruppo di Gates, così che il monopolio di fatto nel mercato dei sistemi operativi non costringesse la concorrenza a forzate minoranze ed impossibili interoperabilità. Microsoft si è più volte rifiutata di fornire i dati richiesti per poi convenire con le sentenze (e le pesanti multe) dell’UE e comporre un’ampia documentazione con cui il gruppo sperava di aver assolto ai doveri imposti dall’alto.
Nemmeno il Windows XP senza Windows Media Player (soluzione poi replicata con Vista) ha contribuito a risolvere la situazione: secondo la Commissione Europea, Microsoft non ha fatto registrare alcun passo avanti verso la soluzione della situazione e scatta ora dunque un nuovo ultimatum: se entro un mese da Redmond non arriverà documentazione completa ed esaustiva scatterà una nuova multa multimilionaria. Le 1500 pagine prodotte in extremis all’ultima scadenza imposta sono state respinte, la nuova documentazione dovrà invece permettere a qualunque concorrente di poter sviluppare software interoperabile senza ostacoli nè problematica alcuna.
La comunicazione ufficiale pubblicata sul sito della Commissione Europea non offre a Microsoft ulteriori possibilità: una volta presentata la documentazione seguirà un’eventuale audizione dei tecnici responsabili della stessa (su richiesta della difesa), quindi si procederà con la sentenza definitiva sul caso. La comunicazione esplicita chiaramente come anche Microsoft debba spiegazioni ufficiali anche relativamente a Windows Vista e Longhorn Server.
Se ancora una volta il parere della Commissione sulla documentazione dovesse essere negativo, scatterebbe una multa retroattiva che, partendo dal 1 Agosto 2006, potrebbe essere ipotizzata sui 3 milioni di euro al giorno. In totale si tratterebbe quindi di qualcosa come 700 milioni di euro circa di penale, in attesa che la procedura di appello alla prima sentenza del 2004 giunga al capolinea.