Babelgum, il servizio omologo a Joost e capitanato dall’italiano Silvio Scaglia (oggi numero uno del gruppo Fastweb), ha stabilito il proprio quartier generale a Dublino. La notizia, secondo quanto riportato da ElectricNews, sarebbe emersa dalle pagine dell’Irish Times e proverrebbe direttamente dalle parole del CEO Babelgum Erik Lumer.
A differenza di quanto si potrebbe ipotizzare, Lumer non indica nei vantaggi fiscali derivabili la scelta dell’Irlanda per porre la prima mattonella, ma si sottolineano piuttosto tutta una serie di vantaggi legati al personale ed alla vicinanza di nomi altisonanti quali Google (il quale, invece, è in Irlanda per trasparenti vantaggi fiscali derivanti dal più leggero regime di tassazione rispetto agli USA).
Un approfondimento del Dow Jones Newswire nei giorni scorsi ha riportato l’intenzione seria di investire nel progetto da parte di Scaglia, colui il quale già ha imposto un duro scossone alle azioni Fasteweb dopo aver smosso i propri capitali nel gruppo per trasferirli verso Babelgum. L’innovativa tv nasce ora nel contesto di una difficile competizione con il Joost di Niklas Zennstrom e Janus Friis, ma Scaglia sembra benedire anche i rivali: «è meglio avere una buona concorrenza che non essere da soli: rende più facile spiegare alla gente cosa sta per arrivare».
Babelgum ha già palesato i propri piani commerciali in relazione ai rapporti con i content provider e nel contempo non prevede grossi introiti per almeno 2 anni: dopo il primo biennio potrebbe venire il momento della grande crescita, periodo entro il quale presumibilmente il contesto vedrà maturare anche altri colli di bottiglia quali la situazione legata alla scarsa banda larga attuale e la possibilità di fruire dei contenuti “televisivi” di Babelgum/Joost direttamente sul televisore.
Silvio Scaglia ha inoltre confidato ad AFX News Limited l’intenzione di tenere i piedi in entrambe le scarpe: la compresenza in Fastweb e Babelgum non implica problemi di compatibilità e, nel contempo, non offre alcuna sinergia. Scaglia promette dunque fedeltà a Fastweb anche per il lungo periodo, ribadendo un concetto già espresso nel momento in cui cedette parte del proprio capitale a Unicredit.