Il clamore suscitato da Italia.it è arrivato sui banchi del parlamento, ove gli Onorevoli Palmieri e Campa hanno presentato una interrogazione parlamentare riguardante lo stato di accessibilità del portale. Trattasi solo di uno degli aspetti sollevati dal dibattito sul sito, ma è tuttavia un inizio. Le risposte sono giunte dal Ministro per i Rapporti col Parlamento Vannino Chiti e sono così riassunte da Scandalo Italiano, il blog verticale dedicato ad Italia.it:
- in nessun modo il portale italia.it può derogare ai requisiti della legge Stanca;
- il Dipartimento per l’Innovazione e le tecnologie fa sapere che il portale è stato sviluppato secondo le ultime direttive del protocollo internazionalmente denominato W3C, al fine di perseguire i massimi livelli di accessibilità che la tecnologia in questo momento consente;
- al tempo stesso il portale è in fase di ottimizzazione;
- le uniche regioni che hanno fin’ora dato il loro apporto sono Toscana, Umbria, Lombardia, Campania, Abruzzo e Piemonte.
La soddisfazione espressa da Campa e Palmieri a seguito delle risposte di Chiti ha trovato approfondimento nel proseguimento che il dibattito ha avuto direttamente su Scandalo Italiano grazie ad una replica inviata dall’on. Antonio Palmieri, parlamentare di Forza Italia:
«Nel question time di ieri ci ha soddisfatto solamente che Chiti abbia ribadito che l’accessibilità è inderogabile. Abbiamo scelto di dare credito alle sue parole sull’impegno di rimettere le cose a posto in breve tempo e riconosciuto l’oggettiva difficoltà di mettere insieme le Regioni, perchè non ci andava di mettere in scena la solita sterile polemica minoranza-governo: avremmo avuto argomenti a iosa, a partire dal fatto che alcune regioni rosse bloccarono il portale più di un anno fa per opporsi al governo Berlusconi per finire con gli errori e le omissioni del portale, cui pure ho fatto riferimento nella replica. A noi sta a cuore che nel minor tempo possibile il portale sia usabile, accessibile, utile per l’Italia, non vincere la gara degli insulti al governo. Consideriamo Italia.it una grande opera fondamentale, al pari di quelle fisiche. Ieri abbiamo scelto di essere responsabili, abbiamo scelto la strada del garbo e dell’ironia e ci siamo impegnati a continuare a seguire gli sviluppi del portale perchè, come voi, non vogliamo un webmostro».
La replica del blog smonta l’unica parte “politica” della risposta sgretolando la teoria delle regioni rosse e riportando una sentenza della Corte Costituzionale che annulla tale teoria. Scandalo Italiano riporta dunque il dibattito sui temi più cari all’utenza: «ci interessa molto, invece, sapere con la massima esattezza quale è la situazione attuale, come sono stati impiegati i soldi al centesimo, e a fronte di quali servizi, nonché evidenziare le responsabilità gestionali, frutto di evidenti inettitudine e incompetenza, che hanno portato, dopo tre anni di lavoro e con 45 milioni di euro nostri a disposizione, alla messa online di un portale di siffatta qualità […] Sulla questione dell’accessibilità, invitiamo con calore gli onorevoli Palmieri e Campa, particolarmente adeguati allo scopo in quanto coestensori della legge Stanca, a procedere a test e verifiche dirette sul portale per proprio conto. E, sulla base di quelle, relazionare l’opinione pubblica sullo stato di accessibilità del portale e, eventualmente, a prendere le opportune iniziative politiche e legali».