Nel 1993 Apple decise di inoltrarsi in quel mondo, allora ancora inesplorato, dei sistemi palmari. Il Newton Message Pad rappresentava quindi un prodotto davvero innovativo e sul quale si focalizzavano diversi tipi di interesse: quello tecnico da parte del preogettista e quello funzionale per quanto riguarda il cliente finale.
Il Newton era in grado, tramite lo schermo LCD in bianco e nero da 336×240 pixel (sensibile al tatto della penna), di organizzare l’agenda, la rubrica, prendere appunti e comunicare tramite email o fax. Il sistema operativo era il Newton Intelligence OS, nella versione 1.0.
Lo sviluppo del sistema di riconoscimento, della scrittura, venne realizzato da terze parti e purtroppo non si ricorda come il massimo dell’usabilità. Questo di per sé non fu tuttavia il motivo sostanziale per cui il Newton si rivelò essere un insuccesso commerciale; nel complesso, infatti, il Newton Message Pad era un’ottimo palmare. Probabilmente furono i tempi sbagliati di lancio a generare incomprensioni verso il Newton che non venne accettato come oggetto trasversale carismatico da un’utenza sufficientemente ampia.
Il cuore del sistema era costituito da un processore ARM 610 da 20 MHz, la memoria di 640 KB, la batteria lavorava per circa 14 ore (Alkaline, 4 ore con quelle in NiCd), il case di 18,4 x 11,4 cm e uno spessore di 1,9 cm.
Fortemente voluto da Steve Jobs J.Sculley, questo palmare, prende il nome dalla famosa “mela di Newton”. Venne sviluppato in versioni successive fino al Newton Message Pad 2100 del 1997.