Non sono solo gli americani in questi ultimi a mesi a notare che l’asse della discussione politica si sposta sempre di più verso la rete. Anche in Francia per le imminenti elezioni del Presidente della Repubblica una parte del dibattito sta avvenendo su Second Life e anche se i numeri non sono ancora eclatanti c’è la sensazione che con lo spostamento in un universo virtuale, dove ogni utente è rappresentato da un avatar, la discussione ci guadagni in termini di veridicità.
L’agenzia Reuters, che segue molto da vicino le vicende di Second Life in special modo da quando ha aperto una sezione all’interno del mondo virtuale, riporta la dichiarazione di un abitante il quale afferma che «qui puoi vedere francesi che si esprimono come desiderano, invece di essere ipocriti come spesso sono nella vita reale». Sarebbe dunque l’anonimità e il filtro dato dal non apparire come se stessi a consentire l’espressione più vera delle proprie idee.
Tutti i candidati per le presidenziali francesi godono di una rappresentanza in rete e di molti sostenitori, così non è raro che scoppino tumulti oltre che forti discussioni che a volte finiscono anche sui quotidiani reali. Libèration ha infatti riportato di un tumulto scoppiato sulle strade di Second Life e culminato con l’esplosione di alcuni maiali (ovviamente virtuali), riguardo il quale Stephane Deschanel, responsabile delle attività del Partito socialista su Second Life, ha tenuto a precisare che: «i sostenitori del Fronte Nazionale hanno lanciato qualche attacco contro di noi, ma possiamo difenderci e qualche volta cercare di discutere coi loro militanti più aperti».
I partiti non sembrano ignorare quanto sta maturando e, mentre da una parte si assicurano una presenza nel mondo virtuale per non trascurare il target più giovanile, dall’altra ammettono che ci sono in rete altri canali più importanti come i video e i blog: «il sito della campagna genera 15.000 (visite di) avatar al giorno» sostiene Loic Le Mur, portavoce di Sarkozy per le questioni relative al web «che è un risultato molto buono, ma non abbastanza per raggiungere le masse».