TK Maxx, catena internazionale di discount di abbigliamento, ha reso noto di essere stata vittima verso la fine del 2006 di un’intrusione informatica in grande stile. Qualcuno è infatti riuscito ad introdursi nei server di Watford e del Massachusetts della grande compagnia sottrattendo le informazioni relative agli ultimi quattro anni di transazioni economiche. Tra queste informazioni risultano anche i dati relativi alle carte di credito di 45,6 milioni di clienti sparsi tra Regno Unito, Stati Uniti e Canada.
In termini di denaro potenzialmente spendibile, tale patrimonio va però drasticamente ridotto: all’epoca del furto almeno due terzi delle carte di credito presenti sul database erano scadute e almeno 3,8 milioni erano dotate di un sistema di criptaggio dei dati. In sostanza rimangono 11,2 milioni di carte potenzialmente utilizzabili. I risultati delle indagini non si sono fatti attendere: già sei persone sono state incriminate nei soli Stati Uniti per l’utilizzo fraudolento dei dati trafugati.
Tenendo in considerazione il fatto che i servizi bancari sono assicurati, e dunque chiunque subisca un furto di soldi in questo modo viene rimborsato, forse chi dovrà pagare più da tutta questa storia è proprio la catena TK Maxx, la quale è stata bersaglio di non poche accuse specialmente da parte delle banche che hanno dovuto rimoborsare i soldi rubati e riconsegnare un ingente numero di carte di credito.
«Mi scuso personalmente per tutte le difficoltà che incontrerete per colpa dell’intrusione subita dai nostri sistemi informatici» è la dichiarazione riportata da PcPro di Carol Meyrowitz, chief executive officer «stiamo lavorando con le compagnie leader del settore della sicurezza informatica per comprendere la causa del problema e porvi rimedio aumentando la sicurezza dei nostri sistemi, in modo da proteggere i nostri clienti. Ci stiamo investendo parecchio, tuttavia data la dimensione della falla e la portata internazionale della nostra operazione, nonchè la complessità con la quale sono trattate le transazioni via carta di credito, ci vorrà del tempo».