Il verde è il colore dell’ecologia e sta diventando il colore del marketing: con l’imporsi di inquinamento e riscaldamento globale come grandi tematiche instillate quotidianamente all’opinione pubblica, il rispetto dell’ambiente sta diventando un valore apprezzato che il consumatore medio sta imparando ad assorbire nelle proprie abitudini di consumo. Il ciclo virtuoso si instaura nel momento in cui grandi gruppi abbracciano lo stesso valore per posizionarsi dalla parte della ragione e proponendo i propri brand come vessilli per un mondo pulito, per un processo di produzione ecologico e per un’etica azione di mercato.
Tra i nomi di spicco della nuova ondata ecologica si contraddistingue quello di Al Gore: l’ex-candidato alla Casa Bianca è oggi impegnato in prima linea contro il cosiddetto «Global warming» (sul quale ha anche firmato un noto documentario), è strettamente legato al marchio Apple ed il proprio impegno per imporre l’argomento ai media ha avuto grande impatto negli ultimi mesi passando attraverso tutti i salotti buoni della comunicazione negli USA. Gli USA sono al centro di tutto questo discorso: sono gli USA, infatti, a non aver ratificato il protocollo di Kyoto; sono gli USA a produrre la più alta quantità di inquinamento; sono gli USA ad ospitare oggi le maggiori iniziative ecologiche. Tutto ruota, ancora una volta, attorno a nomi e personaggi USA. Il tutto in un accrescersi di contraddizioni, interessi di mercato, marketing e mobilitazioni.
Yahoo
Yahoo è l’ultimo di una serie di gruppi che ha manifestato tutto il proprio interesse per l’ecologia. L’iniziativa intrapresa viene denominata Yahoo Green ed intende lanciare un forte messaggio agli utenti spiegando come e perchè cambiare alcune piccole abitudini per ottenerne complessivamente un grande vantaggio. Le città più pulite, le auto più pulite, gruppi di discussione dedicati: parlare del “verde” è il primo modo per imporre il dibattito e compiere il primo passo all’inseguimento di un nuovo regime. Yahoo, pertanto, fa un passo proprio e chiede agli utenti di farne uno parallelo.
La prima iniziativa è vissuta da protagonista : «Yahoo ha annunciato di voler diventare entro la fine del 2007 “carbon neutral” (impatto zero nelle emissioni d’anidride carbonica), un impegno a ridurre le emissioni risparmiando energia o comprando crediti d’inquinamento per neutralizzarlo. Yahoo si è affiancata ad una serie di società Usa che stanno impegnando nelle attività imprenditoriali risorse per ridurre le emissioni ritenute responsabili dell’effetto serra e per far pressione per l’adozione di cambiamenti politici da parte di amministrazioni locali e nazionali» (Reuters).
Con Yahoo Green, invece, Yahoo chiede ai propri utenti una promessa, un impegno. Una apposita mappa casalinga illustra tutti i consigli per ottenere i primi vantaggi partendo dalla propria abitazione ed inserendo il proprio Yahoo ID la promessa può essere registrata ed ottimizzata, nonchè direttamente commisurata in tonnellate di carbone avanzate: usare in modo più intelligente la caldaia, vestirsi di più o di meno evitando di spremere eccessivamente il termostato, sostituire le lampadine con fonti di luce a basso consumo. “Save my plan” significa mettersi una mano sul cuore ed impegnarsi assieme a Yahoo per un mondo migliore.
Google
Google ha da tempo intrapreso la propria marcia “verde” partendo dai pannelli solari. I tetti del Googleplex di Mountain View, infatti, sono stati ideati per produrre 1.6 MegaWatt di energia solare: oltre 9000 pannelli solari compenseranno in parte gli enormi consumi dell’enorme server farm del motore di ricerca fornendo un importante esempio e sottolineando in modo tangibile come l’ecologia possa divenire anche un importante investimento: in pochi anni l’investimento sarà completamente ripagato e l’energia solare inizierà ad offrire importanti vantaggi direttamente sui bilanci dell’azienda.
Microsoft
Mettete a dormire il pc: con un apposito comunicato ufficiale Microsoft ha sottolineato l’importanza della funzione “sleep” con cui è possibile ridurre drasticamente il consumo di un pc lasciato inutilizzato. L’impegno non è ancora radicale, ma la casa di software ha sottolineato come questa piccola pratica moltiplicata per centinaia di milioni di pc basati su Windows potrebbe cambiare pesantemente il bilancio in passivo dell’inquinamento internazionale.
Apple
Nominare l’ecologia in casa Apple risveglia qualche inquietudine a Cupertino: Greenpeace non ha perdonato alcune pratiche poco lineari della casa della mela e recentemente Steve Jobs si è trovato costretto ad intervenire in prima persona assicurando l’impegno del gruppo nel produrre prodotti più puliti e con procedure migliorate. La pressione operata da Greenpeace con le proprie iniziative ha ottenuto risultati concreti: Apple ha dovuto evitare possibili danni di immagine muovendosi attivamente verso il “verde” e l’esempio si ripercuoterà inevitabilmente su tutti i grandi gruppi non in linea con le odierne direttrici del rispetto ecologico.
Nokia
Nokia ha comunicato l’intenzione di aumentare l’intensità dell’alert che comunica la fine della ricarica della batteria dei propri dispositivi. I modelli 1200, 1208 e 1650, infatti, invieranno un segnale sonoro che segnalerà l’avvenuta ricarica e sullo schermo comparirà un messaggio esplicito: «Batteria carica, per favore staccare il caricatore». Evitare di lasciare un cellulare in carica per un tempo eccessivo sarebbe una piccola abitudine in grado di far compiere un risparmio globale di energia tale da compensare la carica necessaria ad alimentare per un anno intero ben 85000 abitazioni.
L’impegno è minimo, il costo è nullo, il vantaggio enorme. Anzi, a ben vedere l’ecologia sembra promettere a tutti interessanti guadagni sotto molti punti di vista. L’informatica verde, insomma, non fa più paura. Anzi.