Nel mondo reale il commercio di avorio è assolutamente fuorilegge mentre su internet è praticato in una forma di strana prassi. eBay, nella fattispecie, è anche in questo caso un dei punti di riferimento principalo: si contano almeno 2200 oggetti trovati sui distaccamenti olandese, cinese, statunitense, francese, britannico, tedesco, australiano e canadese del popolare sito di commercio tra privati. È stato l’International Fund For Animal Welfare (IFAW) a compiere quest’indagine e scoprire inoltre che almeno il 90% delle aste per gli oggetti in questione è fuori dalle stesse regole di eBay.
Le leggi antiavorio differiscono da nazione a nazione, tuttavia è lo stesso IFAW a ricodare il fatto che è comunque illegale vendere avorio a meno che non sia accompagnato da un certificato che ne provi l’antichità. Il problema dell’avorio, infatti, è che il suo commercio sta causando gravi mattanze di pachidermi e a tal proposito Robbie Marsland, direttore della sezione britannica dell’IFAW, ha spiegato: «solo una condanna globale di tutto il commercio d’avorio rimuoverà la copertura sotto la quale tutta quest’attività criminale opera ed inoltre aiuterà a diminuire il commercio illegale e il massacro crudele e non necessario di elefanti».
Su eBay tutti i venditori di avorio affermano che il loro materiale è antico, tuttavia non tutti ne forniscono le prove. Per questo motivo il sito ha promesso che avrebbe agito in un massimo di 36 ore per rimuovere le aste in questione, ma 48 ore dopo almeno la metà degli oggetti in questione risultano ancora in vendita. eBay da par suo ha messo nero su bianco che la propria policy sulla vendita dell’avorio «è in pieno accordo con le leggi britanniche ed internazionali», che richiede documentazione specifica per provare l’antichità della merce e che continuerà ad impegnarsi in accordo con l’IFAW.