Google compra il geotagging di Panoramio

Google fa proprio Panoramio, sito web spagnolo che permette di geolocalizzare i propri scatti fotografici. Google potrà ora integrare il tutto con Picasa, Google Maps e Google Earth per ottenerne forte valore aggiunto per le proprie mappe
Google compra il geotagging di Panoramio
Google fa proprio Panoramio, sito web spagnolo che permette di geolocalizzare i propri scatti fotografici. Google potrà ora integrare il tutto con Picasa, Google Maps e Google Earth per ottenerne forte valore aggiunto per le proprie mappe

«Siamo lieti di annunciare l’accordo per l’acquisto di Panoramio»: così Google sul proprio blog ufficiale continua i puntini di sospensione che il CEO Eric Schmidt aveva lasciato nei giorni scorsi spiegando che la serie di acquisizioni non era terminata. Panoramio è un sito web spagnolo che accomuna la raccolta delle immagini e le funzioni di geotagging, lasciando pertanto ipotizzare fin da subito ciò che Google intenda fare con i nuovi asset acquisiti.

Panoramio permette di creare gallery fotografiche e di localizzarne la contestualizzazione geografica, così che uno scatto sia inscindibilmente legato al luogo esatto dell’immagine. La cosa permetterebbe di aumentare, grazie ai contributi spontanei degli utenti, il grado di definizione delle immagini oggi in possesso su Google Earth e Google Maps: quest’ultimo servizio si è arricchito nelle ultime ore della funzione Street View, con la quale è possibile visualizzare immagini scattate da Google al piano stradale (pur solo in poche vie ed in un numero limitato di città statunitensi).

Panoramio

Panoramio

Microsoft ha già dimostrato di voler andare oltre, ma il concept Photosynth è al momento più una chimera che non una applicazione concreta in grado di far breccia nell’immediato sull’utenza. Per Google la collaborazione con Panoramio durava ormai da tempo ed ora il contatto si è approfondito in una concreta acquisizione (per una somma non resa pubblica).

Una recente ricerca della Photo Marketing Association USA ha calcolato come in media i cittadini statunitensi abbiano in possesso circa 1000 foto digitali, oltre 600 delle quali sull’hard disk e 200 delle quali su siti vari. Portare tale patrimonio sul network di Google, ed omogeneizzando il tutto grazie alla geolocalizzazione, permetterebbe di fare degli user-generated content fotografici un prodotto di estremo valore ed estrema utilità. Tanto Google quanto Microsoft non intendono quindi perdere l’occasione, in quanto il tutto potrebbe divenire per le proprie rispettive mappe un elemento distintivo fondamentale.

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