La notizia giunge nella notte, improvvisa, ma non inaspettata: Terry Semel si ritira dalle scene e lascia il posto di CEO di Yahoo. Terry Semel, seppellito da una valanga di proteste proveniente dagli azionisti del gruppo (preoccupati per la caduta verticare dei profitti e dell’imbarazzante confronto con Google) passa al ruolo di portavoce. La sensazione è che a Sunnyvale non si intenda dar vita ad una vera e propria rivoluzione, ma che voglia cambiare docilmente direzione senza colpi di scena.
Due i nomi alla ribalta: Sue Decker assume il ruolo di Presidente, Jerry Yang (co-fondatore del gruppo) diventa invece il nuovo CEO. Ed è quest’ultimo ad ammorbidire la posizione di Semel, il quale rimarrà nei quadri come consulente in questa fase di transizione. Spiega il nuovo amministratore delegato sul blog ufficiale dell’azienda: «da quando è salito al comando, Terry ha portato i 6 migliori anni di Yahoo […] ha reso disponibile grande valore per i nostri utenti, advertiser e azionisti […] ha aiutato Yahoo a far crescere le entrate da 717 milioni del 2001 a 6.4 miliardi del 2006 […]. Ha aiutato a far crescere la nostra utenza da 170 milioni a oltre 500 milioni a livello mondiale ed ha esteso la base di impiegati da 3500 a 12000». Le parole di Yang stemperano ogni polemica limitando a «un anno difficile» il giudizio sull’ultimo periodo del gruppo.
Quello che Yang vuole trasmettere fin da subito è un forte ottimismo, un forte senso di squadra e la convinzione per cui la strada da percorrere sulla rete è ancora molto lunga e non è necessario compierla dall’inizio alla fine da leader per poter avere un futuro luminoso: «abbiamo asset incredibili. Questo gruppo ha forte potenziale, determinazione e capacità, e non saremo soddisfatti fintanto che la percezione esterna di Yahoo non rifletterà accuratamente questa realtà».
Yang si dice pronto alla sfida: anni e anni passati nel board di Yahoo lo hanno preparato alla nuova avventura ed ora sono in molti ad attendersi decisioni forti e indicazioni chiare. Il gruppo rimane ancora e sempre il secondo motore di ricerca al mondo e, sebbene il brand sia rimasto sotto lo schiacciasassi di Mountain View insieme a molti altri, gli asset hanno tenuto e ci sono i margini per ripartire.
Ma ripartire da dove? Yang non ha ancora dato indicazioni in merito. Il recente passato è rappresentato dalle avance indirette di eBay e dal corteggiamento esplicito di Microsoft. Il mercato ha visto immediatamente con favore il nuovo nome sul trono di Yahoo e nel mercato after-hour il titolo è salito del 4.73% (dopo una seduta a +2.97%), recuperando in poche ore gran parte di quanto perso durante tutto il 2007.
Terry Semel (proveniente da Disney, CBS e Warner Bros) spiega che i tempi erano maturi e che lascia il gruppo in solide mani. Quindi chiude le valigie e, con oltre 70 milioni di dollari in tasca, si fa da parte.