Ritengo stia iniziando, ancora a passi lenti ma inesorabili, una marcia verso la scomparsa della tastiera nei dispositivi mobili.
Ne sono un esempio i nuovi HTC Touch, LG Prada e il Neo1973 della OpenMoko, oltre ovviamente all’iPhone della Apple.
Un cambiamento epocale per quanto riguarda l’interfaccia. Un addio alla fisicità di manopole e bottoni per abbracciare nuovi vantaggi: superfici che creano e compongono a richiesta i controlli necessari in base al contesto di utilizzo.
Comandi che si spiegano da sè in virtù della loro forma, posizione e aspetto grafico. Donald Norman ne sarebbe felice!
Ora al centro dell’area di input uno slider per regolare il volume della musica, ora invece una serie di foto da selezionare per chiamare il relativo numero di telefono. E ancora la possibilità di utilizzare sui dispositivi mobili nuovi modi di organizzare l’informazione e magari anche le gesture, comode scorciatoie di comandi a cui browser come Firefox e Opera ci hanno abituato.
Senza contare il look’nd feel generale. Perchè cambiare una cover quando posso personalizzare in maniera completamente flessibile tutto l’aspetto della mio device, senza intervenire sull’hardware? La stessa Nokia, in uno dei suoi filmati “Inspiring Senses” ce ne ha dato un piccolo assaggio.
Un aiuto inoltre a persone con difficoltà. Fai fatica a distinguere i numeri: voilà, la tastiera diventa il doppio più grande. Per gli anziani si possono creare interfacce semplificate dove focalizzare l’attenzione solo su quello che serve, magari con l’aiuto di spiegazioni vocali che guidano passo passo nell’uso.
Ma come in tutte le cose, ci sono anche zone oscure: penso infatti, tra l’altro, al lavoro ulteriore che dovranno fare gli sviluppatori di software, generalmente non esperti di interaction design, che si troveranno di fronte a questa nuova sfida. O anche alla crescente delicatezza dei dispositivi touch screen.
Infine uno sguardo veloce ai film, che hanno anch’essi la loro parte in questo percorso evolutivo: la plancia della Darsena di Matrix Reloaded, l’ufficio della Precrime in Minority Report, ma anche Start Trek, Navigator e molti altri hanno gettato interessanti visioni. Aspettiamo quindi di vedere cosa sapranno tirar fuori grafici, ingegneri i progettisti. Sperando che siano tutti come Jeff Hann.