Se 17 anni fa foste stati nel team di scienziati e studiosi del Cern che ha creato le prime “forme” di quella che oggi chiamiamo “Internet”, come vi sentireste oggi nel consultare servizi dinamici e collaborativi come quelli del web 2.0 e dell’Internet sociale?
Spaesati; solo una piccola supposizione la mia, che affonda però nelle parole “inquietanti” di Robert Cailliau, uno degli studiosi che al Cern hanno assistito alla creazione delle prime pagine web. Robert sarà al Festival della Scienza di Genova, che aprirà le porte il 25 Ottobre, ma alla conferenza di presentazione di pochi giorni fa ha già rilasciato alcune interessanti informazioni sul world wide web.
I blog sarebbero qualcosa di già previsto dagli scienziati del Cern, già allora, dice Cailliau, utilizzavano le pagine per aggiungere volta per volta nuove informazioni: aggiornamenti rapidi, su pagine personali, ad utilizzo di neo-utenti del neo-web. Quello che oggi diamo in pasto ai nostri browser è sostanzialmente qualcosa di già calcolato nell’evoluzione della rete, l’idea già allora era quella di creare una fonte di informazione e uno strumento di condivisione globali.
Mi ha invece incuriosito il parere che Robert ha espresso su Wikipedia, ha commentato:
“rappresenta proprio ciò che non volevamo che diventasse il web”.
La spiegazione è semplice, Wikipedia, seppur aperta e di natura collaborativa legata alla partecipazione degli utenti, è di fatto una fonte di informazione centralizzata. Un unico nodo nella rete su cui affluiscono le informazioni, seppur sia di fatto un nodo “sociale”, rappresenta oggettivamente un sistema limitato.
Ammetto di non aver mai pensato in quest’ottica a Wikipedia, proprio in virtù del fatto che viene proposta come una forte di informazioni ad ampio respiro, e poco traspare l’immagine di un unico grande database da cui attingiamo e a cui inviamo informazioni.
Cailliau ha ragione? Devo rivalutare il mio pensiero, penso proprio di si. Critichiamo Google, perchè i dati sono controllati da un’unica società, senza regole chiare e garanzie future, ma non ragioniamo sul fatto che se domani mattina Wikipedia venisse cancellata dalla rete, Internet perderebbe una parte, ormai consistente, delle informazioni disponibili. La pensate come me?