L’Italia è la regina del mercato della contraffazione. Ogni anno milioni e milioni di euro vengono perduti a causa dei prodotti clonati ed immessi su un mercato parallelo che tutti conoscono e dal quale in tanti attingono. Una ricerca portata avanti dall’istituto Piepoli per Confcommercio consegna ora i propri dati: in Italia il giro d’affari della merce contraffatta ha superato i 7 miliardi di euro. Ed una cospicua fetta della colpa viene addebitata (oltre che alla vendita di strada) al World Wide Web.
Il meccanismo che ha portato alla valutazione dei pericoli su internet non è chiara, ma il dato è esplicitato con tanto di cifra: il 30% della merce venduta sul web è contraffatta. Tale cifra, inoltre, sarebbe prevista in ulteriore aumento. Non è specificato, però, se l’indagine abbia monitorato dati generali o relativi ad ambiti specifici: la sensazione è infatti quella di un dato sovrastimato, sensazione che non ha però motivo d’essere fintanto che non saranno esplicitati gli elementi propri della ricerca dell’Istituto Piepoli.
I dati complessivi della ricerca sono disponibili online (file ppt). Il report mette a confronto le diverse esperienze di shopping e va a soppesare le motivazioni che portano agli acquisti sui canali alternativi piuttosto che su quelli ufficiali. Il prezzo risulta essere la discriminante maggiore: se ci si rivolge al mercato dei prodotti contraffatti è perchè si ottengono copie sufficientemente qualitative con il vantaggio di un prezzo estremamente ridotto. Borse e abbigliamento risultano essere invece gli elementi di punta del mercato del “tarocco”.
I dati relativi al materiale multimediale (CD musicali, DVD e videogiochi) evidenziano numeri tutto sommato ristretti rispetto a quelli di altri ambiti: il 3% degli intervistati dichiara di aver acquistato materiale multimediale contraffatto (la percentuale è dell’11% nel caso dell’abbigliamento) con punte del 5% tra gli studenti e del 4% dei 18/34enni. Di questo 3% più della metà ha avuto accesso a CD masterizzati, il 28% a DVD ed il 14% a videogiochi. Anche in questo caso il motivo principe è nel prezzo: il 76% dichiara di aver acquistato materiale tarocco per semplice convenienza, il 16% «perchè si è presentata l’occasione» e l’8% perchè aveva bisogno di quell’articolo o semplicemente per passatempo. Nessun rimorso o quasi, però: il 70% di chi ha acquistato materiale multimediale contraffatto ripeterebbe la propria azione. Conclude infatti l’Istituto Piepoli: «gli intervistati sembrano avere un’immagine della contraffazione dei prodotti come di una cosa sostanzialmente esplicita e manifesta, ovvero riconoscibile, una occasione a cui ci si concede in modo consapevole e consenziente».