Ora anche Garmin vuole Tele Atlas

Terremoto nel mondo dei navigatori satellitari, l'acquisizione dell'azienda fornitrice di mappe satellitari, da parte di Tom Tom è stata duramente messa in crisi dalla più onerosa offerta dei rivali di Garmin
Ora anche Garmin vuole Tele Atlas
Terremoto nel mondo dei navigatori satellitari, l'acquisizione dell'azienda fornitrice di mappe satellitari, da parte di Tom Tom è stata duramente messa in crisi dalla più onerosa offerta dei rivali di Garmin

Tempi sempre più duri per Tom Tom che solo pochi mesi fa sembrava avere in ormai in mano il mercato dei navigatori satellitari avendo fatto un’offerta per rilevare Tele Atlas, il principale fornitore di mappe per la navigazione satellitare. E invece prima il contemporaneo interessamento di Nokia per Navteq (l’altra grande società fornitrice di mappe), fatto a suon di miliardi di dollari (8,1) e ora la scalata di Garmin a Tele Atlas mettono in crisi la strategia Tom Tom.

Infatti al momento Tele Atlas, che inizialmente si era detta molto lieta dell’offerta di Tom Tom, sta prendendo tempo per rivedere le sue opzioni. Tom Tom aveva per prima offerto 21,25 euro ad azione, ma ora Garmin si è detta disposta ad alzare la posta a 24,50 euro. E subito le azioni Tom Tom sono scese di un 12% mentre quelle Tele Atlas sono salite, segno che gli investitori ritengono che ci sia ancora molto da battagliare.

«Data la crescita del mercato e i mutamenti rapidi che stanno coinvolgendo il mercato della navigazione satellitare, crediamo che questo sia il momento giusto perchè Garmin si unisca a Tele Atlas», ha dichiarato in un comunicato stampa Min Kao, chief executive dell’azienda con sede alle isole Cayman. Ad ogni modo, in linea con quanto dichiarato tempo fa da Tom Tom, anche Garmin ha intenzione, qualora si aggiudicasse la gara per l’acquisto, di non vincolare ai soli propri device le mappe di Tele Atlas, permettendo il normale sviluppo del mercato.

Intanto Nokia continua nella sua idea di portare la navigazione satellitare ai telefoni cellulari, incontrando il favore di carrier come AT&T e Verizon, che vedono in tali servizi un elemento di possibile crescita per i profitti dallo scambio di dati.

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