Il titolo di questo post è una citazione tratta da uno dei documenti a mio parere più importanti per quanto riguarda il mondo del Marketing e il Web inteso come fenomeno sociale. Per l’esattezza, si tratta della traduzione della 29a tesi del Cluetrain Manifesto, il profetico documento che fu scritto lo scorso millennio (è vero, si tratta “solo” del 1999 ma parlando di Web 8 anni sono un’era geologica, altro che millennio!) da Rick Levine, Christopher Locke, Doc Searls, e David Weinberger.
Con incredibile lungimiranza il Cluetrain Manifesto descrive quello che di lì a pochi anni sarebbe diventato lo scenario che oggi siamo soliti definire con l’etichetta Web 2.0 e, all’interno di esso, il ruolo delle “conversazioni umane” che, favorite dal Web, stanno rivoluzionando i mercati, le organizzazioni aziendali e le comunicazioni tra questi due mondi.
Limitando questo post a discutere la tesi 29 (avrò sicuramente modo in futuro di citarne molte altre), non si può non notare come una delle chiavi su cui si regge l’universo del Web 2.0 e dei social network sia proprio il concetto di fiducia, perfettamente interpretato dalla citazione. Le aziende per anni hanno “ingannato” il consumatore con messaggi strumentali e affinato fantomatiche “onnipotenti” tecniche di persuasione occulta? Bhe, ora il consumatore ha il coltello dalla parte del manico e non ci casca più.
Stando al manifesto, le aziende che non ascoltano la voce della community dei consumatori e non cambiano registro, sono destinate a morire in breve tempo. Il marketing tradizionale e la pubblicità “patinata” hanno quindi i giorni contati? Probabilmente sì, ma l’alternativa del marketing 2.0 esiste già e sembra funzionare benissimo. La missione del marketing tradizionale ormai è solo una: riconquistare fiducia e credibilità. Buona fortuna!