Secondo quanto viene espresso dal garante della privacy sembrerebbe proprio di sì. Si legge infatti nella pagina linkata:
Il Codice deontologico (13 brevi articoli) rappresenta anche il punto di arrivo di una riflessione maturata negli anni nei settori più sensibili dei giornalisti e offre una risposta all’accresciuta sensibilità dell’opinione pubblica, oggi molto più reattiva al contenuto dell’attività informativa.
Le disposizioni del Codice si applicano a tutti i giornalisti, ai fotografi, ai cinereporter e a tutti coloro che anche occasionalmente pubblicano articoli, saggi o altri manifestazioni del pensiero. E questa è una differenza di rilievo rispetto a un normale codice deontologico: questo codice si applica infatti anche a chi non appartiene alla categoria professionale.
Ora, che questa considerazione sia limitata alla sfera della tutela della privacy oppure comprenda un ambito ben più ampio (che riguarda anche i modi in cui la notizia viene trattata dal “buon operatore dell’informazione”) rimane all’interpretazione del lettore, come del resto la considerazione che un blogger sia o no da considerarsi con un vero e proprio operatore dell’informazione.
In ogni caso, per chiunque faccia informazione o contro-informazione attraverso il Web un’attenta lettura di questo codice certamente non gusterebbe… tanto più che per leggerlo in versione integrale (non è poi così lungo) basta un clic!