Sono sicuro che i dirigenti delle etichette musicali abbiano sfogliato con una certa malcelata soddisfazione i dati di vendita globali dei DVD nell’ultimo anno. Infatti per la prima volta dall’arrivo del formato sul mercato (circa dieci anni fa) le vendite e in generale i profitti provenienti dall’Home Video registrano un calo rispetto ai 12 mesi precedenti. Un trend che è solo che destinato ad accentuarsi nel futuro, proprio come è successo ben prima alla musica.
E dire che le major cinematografiche ne hanno avuto di tempo per capire, comprendere e mettere una pezza al problema! Un problema non da niente visto che è la vendita di DVD il principale business delle case cinematografiche e non tanto le sale cinematografiche. Certo quest’anno la perdita è irrisoria rispetto all’anno precedente, solo il 2%, ma è il trend che conta. Anche solo stare in pari sarebbe stato un dramma.
Ma se la pirateria musicale sta uccidendo il business tradizionale della musica chi sta uccidendo il business dell’Home Video?
Va detto subito, non è la pirateria video. Non è così diffusa causa insufficienza di catalogo nei circuiti pirata (molto ben forniti solo per i titoli più attuali) e mancanza di connessioni veloci su tutto il territorio (cosa che si risolve in meno persone che scaricano film e meno peer per i pochi che lo fanno). E’ il settore dell’Home Entertainment più in generale che sta uccidendo l’Home Video, non tanto la concorrenza diretta di altri circuiti per reperire film (che comunque c’è, è forte ed è destinata a crescere sempre di più) quanto il mondo dei videogiochi, sempre più in crescita grazie anche a console come Nintendo Wii, che hanno allargato il popolo dei videogiocatori andando a sottrarlo inevitabilmente ad altre forme di intrattenimento domestico.
Inoltre (ma questo più in un’ottica futura) c’è la sempre più preponderante dimensione della distribuzione in rete. Per esempio il 19 dicembre Blockbuster presenterà da un sito apposito Jackass 2.5, uscito direttamente in rete. Il film sarà visibile su sito gratuitamente con pubblicità fino al 26 dicembre quando il film diventerà acquistabile (sempre in file) dai digital video stores come Amazon e iTunes ad un prezzo tra i 10 e i 15$. Infine dal primo gennaio il film andrà gratuitamente sui circuiti gratuiti tipo Joost.
A questo punto cosa fare? Il cinema va verso la medesima situazione della musica che più in generale diventerà la situazione dei contenuti multimediali, cioè di tutto quel materiale che digitalizzato può girare in rete e comincia a perdere la sua forma fisica per diventare immateriale e quindi ubiquo. Tende a diminuire l’importanza di un formato reale (che sia il CD o il DVD) a favore di uno immateriale (il file) e come risultato si moltiplicano i device di fruizione (dai lettori mp3, alle Apple TV, ai cellulari a quanto altro arriverà). Cambiano le forme di business e si rinegozia il valore della merce che ora viene percepita come gratuita in sè, visto che non c’è più un supporto materiale e in molti casi tutti gli altri orpelli (dalla copertina agli extra).
Come si diceva in un altro post in rete si paga il servizio e non il contenuto come nel mondo reale, per un totale di prezzo molto inferiore a quanto siamo abituati a pagare. Tuttavia il mercato dei beni reali non può scomparire, con tutta probabilità si ridimensionerà e si specializzerà in edizioni premium più costose ma piene di Extra e servizi annessi, cose da fan. Mentre la fruizione immateriale e digitale sarà quella da battaglia, quella usa e getta.