OpenMoko ha annunciato il tanto atteso Neo FreeRunner, aggiornamento del suo smartphone basato su Linux: il nuovo telefonino, o telefoninux come è stato ribattezzato in Italia, verrà presentato all’imminente CES 2008, la fiera dell’elettronica e dell’informatica che si terrà a Las Vegas dal 7 al 10 gennaio.
Openmoko aveva già cominciato una ridottissima commercializzazione di un precedente prototipo, noto anche come FIC Neo1973, venduto in quantità limitate a sviluppatori ed hacker che volessero prendere dimestichezza con l’architettura, o che volessero cimentarsi in modifiche più o meno ardite dell’hardware e del software. Infatti non solo il software, dallo stack telefonico all’interfaccia, è rilasciato come opensource liberamente modificabile ma anche tutte le specifiche dell’hardware sono aperte e accessibili a tutti.
Rispetto al precedente Neo 1973, il FreeRunner aggiorna alcuni componenti interni, dotandosi di una batteria più potente (1700 mAh contro 1200 mAh) e un processore Samsung a 400 MHz (50% in più rispetto al precedente). Restano invariati i 128 MB di RAM e i 256 MB di memoria Flash interna, espandibile tramite lo slot MicroSD. Come da programma sono stati aggiunti gli accelerometri 3D (stile iPhone), il WiFi 802.11 b/g, il BlueTooth 2.0 e il ricevitore GPS. La presenza di un acceleratore grafico 3D, lo SMedia 3362, fa ben sperare i più smanettoni di poter usare il FreeRunner anche per qualche videogame meno banale dei soliti giochini a cui siamo abituati sui nostri cellulari. Interessante è anche la presenza di una porta USB 1.1, utilizzabile anche come host, cioè per collegare, ad esempio, un pendrive esterno, a patto che questo non richieda troppa energia.
Sul lato software si fa notare la presenza di una virtual machine Java chiamata Jalimo e sviluppata dalla società tedesca Tarent GmbH. Particolare attenzione è stata data all’interfaccia grafica, anche grazie all’assunzione a tempo pieno Carsten Haitzler, noto anche come Rasterman, famoso per essere il padre dell’Enlightenment Desktop Environment, la prima interfaccia grafica per Linux ad aver scelto l’eye-candy come sua principale caratteristica.
Mentre gli sviluppatori potranno mettere le mani sul Neo FreeRunner già al CES, gli utenti finali dovranno aspettare la primavera, periodo in cui OpenMoko prevede l’inizio della produzione di massa e della commercializzazione su larga scala. Così come il suo predecessore il FreeRunner sarà completamente aperto a qualsiasi hack e modifica, sia hardware che software, possibilità che si è già concretizzata con la presentazione del Dash Express, un navigatore satellitare direttamente derivato proprio dal FreeRunner, da cui eredita software e gran parte dell’hardware.
OpenMoko ha colto l’occasione anche per annunciare la definitiva separazione da FIC, la First International Computer, che comunque rivestirà un ruolo importante come produttore ufficiale del FreeRunner e dei modelli che seguiranno. Per ora non ci sono ancora notizie certe sul prezzo, anche se è quasi sicuro che il costo lieviterà parecchio rispetto al Neo 1973, che nella versione base è venduto a 300 dollari (poco più di 200 euro).
Viste le prerogative, non si può evitare di confrontare il prodotto di OpenMoko con Android, l’architettura Linux per i telefoni cellulari sponsorizzata da Google. In entrambi batte un cuore di pinguino ed entrambi sono aperti, con lo scopo di invogliare le aziende ad utilizzare un’architettura pronta e affidabile. Tuttavia Google ha dalla sua un potere finanziario che le permette addirittura di finanziare concorsi a premi per favorire il suo Android. D’altro canto mentre Android è ancora allo stato embrionale, OpenMoko presenta un prodotto che, oltre ad essere quasi pronto alla commercializzazione, mette in mano agli sviluppatori qualcosa di più concreto di un emulatore e un tool di sviluppo. Inoltre il topolino FreeRunner potrà evitare di essere schiacciato dall’elefante Google anche grazie alla presenza della Java Virtual Machine, che renderà facile, se non immediato, l’utilizzo dei programmi scritti per Android. Confronti e pronostici a parte, quello che resta certo è che il futuro della telefonia mobile è sempre più Open.