Baidu assolta dalle accuse di pirateria

Una corte di appello di Pechino ha assolto Baidu.com dalle accuse di agevolazione alla pirateria mosse da alcune major musicali con particolare riferimento al motore di ricerca dedicato ai file mp3 presente all'interno del portale cinese
Baidu assolta dalle accuse di pirateria
Una corte di appello di Pechino ha assolto Baidu.com dalle accuse di agevolazione alla pirateria mosse da alcune major musicali con particolare riferimento al motore di ricerca dedicato ai file mp3 presente all'interno del portale cinese

Baidu.com è stata giudicata innocente da una corte di appello di Pechino. L’accusa portata avanti da alcune major del panorama dell’intrattenimento, tra cui EMI, Sony BMG e Universal Music, era di offrire liberamente ai propri utenti file musicali coperti da copyright; non si tratta però secondo i giudici di file resi direttamente disponibili, ma solamente di link che vengono ritornati tramite il servizio di ricerca dedicato agli mp3 messo a disposizione da Baidu.com.

Erano ben sette le compagnie musicali internazionali ad aver chiesto un risarcimento danni unito a delle scuse e alla sospensione del servizio a fronte di una accusa alquanto pesante: l’emulo cinese di Google avrebbe infatti incentivato lo scaricamento illegale di 137 brani musicali protetti da diritti d’autore direttamente a loro riconducibili. La difesa da parte dei titolari di Baidu.com è stata però decisamente efficace: il portale di ricerca cinese offre semplicemente un motore di ricerca simile a quanto messo a disposizione da molte altre compagnie e non è in grado di sapere se un brano musicale riportato sia o meno protetto da copyright.

Sono in molti però a ritenere che la corte cinese abbia fornito un esempio di come effettui un trattamento di favore alle compagnie locali, ai danni degli operatori stranieri. Sicuramente la sentenza rischia di costituire un pericoloso precedente per gli interessi delle major, anche se le industrie musicali sostengono che la sentenza sia irrilevante, poichè le leggi sul copyright sono state nel frattempo aggiornate: «Siamo delusi che la corte (della prima istanza di novembre) non abbia trovato Baidu colpevole», ha fatto sapere la Federation for the Phonographic Industry in un comunicato, «ma il verdetto riguardava le azioni di Baidu nel passato sotto una vecchia legge non più in vigore».

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