Prodi: 50.000 OLPC per l'Etiopia

Prodi ha ribadito l'impegno del Governo italiano a consegnare 50.000 esemplari di OLPC ai bambini dell'Etiopia. Nel frattempo la campagna americana 'Give One Get One' chiude con un ottimo riscontro economico e qualche polemica
Prodi: 50.000 OLPC per l'Etiopia
Prodi ha ribadito l'impegno del Governo italiano a consegnare 50.000 esemplari di OLPC ai bambini dell'Etiopia. Nel frattempo la campagna americana 'Give One Get One' chiude con un ottimo riscontro economico e qualche polemica

L’incontro tra il Presidente del Consiglio Romano Prodi e Nicholas Negroponte, padre del progetto ‘One Laptop Per Child‘, è avvenuto verso fine anno all’interno dell’aula magna dell’Università di Reggio Emilia nel corso della presentazione del laptop OLPC al pubblico italiano. In tale occasione, Prodi aveva compiuto un breve intervento, nel corso del quale aveva annunciato l’impegno del Governo italiano a donare 50.000 OLPC ai bambini dell’Etiopia, il tutto in nome del rapporto che storicamente lega il nostro paese all’Etiopia.

La campagna americana “Give One Get One“, la quale dava la possibilità di poter acquistare un portatile anche per i bambini bisognosi, ha ottenuto un riscontro decisamente positivo, portando nelle casse della fondazione ben 35 milioni di dollari, anche se non sono mancate alcune polemiche legate ad eccessivi ritardi nelle consegne dei computer. Sulle ali del discorso compiuto dal nostro Presidente del Consiglio e del successo ottenuto dall’iniziativa, la campagna potrebbe essere estesa anche al nostro paese.

L’operazione umanitaria compiuta dal nostro governo, al di là del nobile intento, si lega però facilmente anche a considerazioni decisamente più materialiste, come scrive Vittorio Bertola all’interno del suo blog: «l’operazione OLPC è sostenuta dalle grandi aziende non solo per la voglia di far bene, ma anche perchè – come ben sa Bill Gates, che da tempo regala la prima copia di Windows a governi e istituzioni in varie parti del mondo, sperando poi di farsi pagare quelle successive – riempire il terzo mondo di propria tecnologia è un modo di costruirsi un mercato a lungo termine». Si potrebbe sperare pertanto che il Governo italiano non si limiti a diffondere la tecnologia americana, ma che promuova anche la nostra cultura attraverso l’inclusione di software made in Italy all’interno del laptop. Daltronde, «questa è una occasione in cui, con un po’ di lungimiranza, cuore e portafoglio possono andare d’amore e d’accordo. Non sfruttarla sarebbe, banalmente, stupido».

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