Dopo circa due anni di sviluppo è ormai prossima al rilascio la prima versione stabile della serie KDE4, la quarta versione del KDE Desktop Environment che, insieme a Gnome, è l’interfaccia grafica più famosa gli utenti Linux.
Il KDE 4.0, oltre ad essere la più impegnativa riscrittura subita dal Desktop con la ‘K’, introduce molte novità, tutte improntate a rendere l’ambiente omogeneo e funzionale: a tale scopo è stato particolarmente curato la parte di progettazione di tutto l’ambiente, fase in cui il gruppo di sviluppatori si è anche avvalso della consulenza di esperti di interfacce grafiche. Si è così giunti alla creazione di un nuovo stile per le icone e per i controlli, chiamato Oxygen, a cui hanno collaborato anche sviluppatori e artisti italiani. Fa la sua comparsa anche Plasma, un nuovo framework che, in maniera simile a quanto presente su MacOSX e su Vista, mostra sul Desktop dei widget, detti Plasmoidi. Lo stesso pannello è un widget che gira sul framework Plasma: così facendo gli sviluppatori hanno semplificato il desktop (un programma invece di due) ottenendo contemporaneamente margini maggiori in quanto a possibilità di personalizzazione. Anche il gestore delle finestre, KWin, si è arricchito, soprattutto con l’introduzione di effetti di Desktop Compositing à-la Compiz, per cui è comunque necessario avere una scheda video con l’accelerazione 3D correttamente supportata dal kernel Linux. In generale tutte le applicazioni sono state razionalizzate, eliminando le funzioni inutili e riordinando le altre, senza per questo penalizzare le possibilità di configurazione e personalizzazione.
Se l’impatto visivo già rende l’idea di quanto lavoro sia stato fatto, è sotto il cofano che gli sviluppatori hanno concentrato gli sforzi maggiori. Tutto l’hardware è accessibile tramite delle API unificate del progetto Solid, il framework che si occupa di fornire un accesso omogeneo alle risorse hardware e di gestire quest’ultime coordinando le applicazioni che ne richiedano l’utilizzo. In maniera simile è stato sviluppato Phonon, un framework studiato per centralizzare il controllo di tutte le periferiche multimediali, dall’uscita audio fino alla webcam. Il framework Phonon sarà anche incluso nella futura release 4.4 delle QT di Trolltech, librerie su cui KDE si basa. Proprio grazie all’estrema portabilità delle QT, sarà possibile utilizzare KDE4, o anche solo alcuni componenti, su Windows e su MacOSX. La versione appena uscita di KDE 4 dipende dalle QT 4.3.
In KDE4 sono apparsi anche nuovi applicativi, primo fra tutti Dolphin, il nuovo file manager. Dolphin è strettamente integrato con Strigi, il motore di indicizzazione e ricerca dei file: ad ogni elemento è possibile assegnare delle etichette per aiutare Strigi ad indicizzare più coerentemente documenti e file. Questo rappresenta il primo passo verso l’implementazione di Nepomuk, uno standard per il Desktop Semantico, che promette di semplificare notevolmente l’organizzazione delle informazioni presenti sul computer. Il ruolo di Konqueror è stato ridimensionato e seppur occupa un posto importante come Web Browser, ha perso il compito di programma tuttofare. In questa prima release di KDE4 Konqueror utilizza KHTML come motore di rendering web, ma è probabile che già dalla versione 4.1 questo venga sostituito dal WebKit di Apple, che da KHTML deriva e ne rappresenta l’evoluzione. WebKit, infatti, è stato ufficialmente incluso nelle future QT 4.4 e fa ben sperare una recente riappacificazione tra Apple e gli sviluppatori KDE, che avevano accusato la mela morsicata di averli esclusi forzatamente dallo sviluppo. Tra gli altri nuovi programmi si nota Okular, il visualizzatore universale di documenti, capace di leggere dal PDF alle immagini, con funzionalità avanzate di annotazione. La maggior parte delle altre applicazioni è stata riscritta e aggiornata per funzionare con le nuove librerie, anche se non tutti i programmi fanno già uso dei nuovi framework a disposizione. Inoltre per alcuni dei componenti storici bisognerà addirittura attendere qualche mese in più.
Programmi come Amarok, uno dei più apprezzati lettori multimediali su Linux, e KOffice non hanno ancora terminato il passaggio. Bisognerà attendere le prossime release anche per vedere nuovi framework che andranno a completare gli ingranaggi alla base del nuovo desktop. Tra questi in futuro non mancheranno di stupire Akonadi, un sistema centralizzato per la gestione delle informazioni personalizzate (calendari, posta e così via) e Decibel, un framework unificato per le comunicazioni, che verrà utilizzato principalmente per l’instant messaging.
Proprio le lacune che, insieme alle novità, accompagnano il KDE 4.0 hanno fatto scattare alcune polemiche: gli sviluppatori sono criticati per la scelta di rilasciare come stabile un prodotto incompleto e in parte ancora grezzo. Gli sviluppatori, d’altro canto, si dicono pienamente consapevoli delle carenze di questa versione e anzi avvisano gli utenti che il sistema potrebbe presentare bachi e crash improvvisi. Tuttavia senza una vera prova su strada e senza le segnalazioni degli utenti finali lo sviluppo tenderebbe inevitabilmente a ristagnare.
Le polemiche riguardano anche l’aspetto politico, oltre che quello tecnico: per la prossima versione di Ubuntu, una delle distribuzioni Linux più popolari, Canonical ha deciso di declassare KUbuntu, l’incarnazione di Ubuntu con KDE, proprio per i peccati di gioventù che KDE 4 potrebbe dimostrare. La prossima versione della distribuzione africana, infatti, sarà una release LTS, Long Time Support, e Canonical ha deciso che il supporto a lungo termine (tre anni) sarà garantito solo per la versione con Gnome, mentre quella con KDE riceverà gli aggiornamenti solo per diciotto mesi.
Nel frattempo gli sviluppatori di KDE hanno già cominciato a lavorare alla versione 4.1 che
verrà rilasciata tra alcuni mesi e che vedrà l’integrazione dei componenti ancora mancanti e dei miglioramenti per la velocità e per l’occupazione della memoria, anche se già adesso il KDE 4 fa registrare dei consumi inferiori al suo predecessore KDE 3.5.8. Per ora non ci sono ancora piani per dismettere la serie 3, che resterà supportata con aggiornamenti di sicurezza e bugfix verosimilmente per qualche anno ancora.