Tele2 dovrà rispondere alle accuse provenienti dall’Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori (ADUC): in un comunicato l’associazione ha infatti puntato l’indice contro l’azienda di telefonia denunciando un comportamento ingannevole relativamente ai vincoli imposti alla navigazione dell’utenza. Al centro dell’attenzione, in particolare, il traffico Peer-to-Peer.
«Abbiamo denunciato all’Antitrust l’ingannevolezza delle informazioni fornite da Tele2 a proposito del servizio Adsl e presenti sul sito alla sezione “Domande & Risposte”, dove il gestore afferma che “l’accesso ad Internet è senza limiti di traffico e di consumo” e che “Le nostre offerte Adsl non pongono comunque alcuna limitazione al traffico”. Così l’ADUC relativamente ad una serie di interviste sulle pagine di Punto Informatico nelle quali il business manager Filippo Galbiati avrebbe invece ammesso l’esistenza di filtri nella navigazione. Al responsabile Tele2 vengono accreditate le seguenti parole: «Le connessioni P2P non vengono bloccate, ma solo limitate in particolari momenti della giornata».
Trattasi, insomma, di una sorta di malcelata truffa nei confronti dei clienti. Infatti, continua la denuncia ADUC (il cui testo ufficiale è disponibile in documento pdf), «Spesso il contratto Adsl è attivato solo per poter utilizzare il P2P. Il gestore che per sua prassi, più o meno giustificata dal volume di traffico, blocca o limita la connessione, deve informarne il potenziale cliente in modo puntuale, e non scrivere che la loro Adsl non ha “alcuna limitazione al traffico”.
Inoltre, stando alle segnalazioni che ci giungono dagli utenti, il filtraggio è generalizzato e non limitato a particolari situazioni e orari».
Il problema della Net Neutrality, dunque, sbarca in qualche modo anche in Italia. ADUC fa riferimento ai precedenti suggerendo il caso Comcast come punto di riferimento: negli USA il gruppo è sotto indagine per verificare come e se talune tipologie di traffico sulla rete siano state “penalizzate” a favore di altre, creando vie preferenziali nell’uso del canale e sottacendo eventuali limiti nelle facoltà d’uso del servizio da parte dell’utenza.
Spiega così l’ADUC la Net Neutrality che intende perseguire: «guardare un programma RaiTv in streaming può richiede molta più banda di quella necessaria a diverse modalità d’uso di P2P. Se lo scopo è davvero quello di limitare la banda per tutti affinché sempre tutti ne possano usufruire, perchè non limitare anche l’accesso al sito Internet della Rai o a qualsiasi altro sito/programma pesante? In breve, il gestore ha il diritto ed anche il dovere di gestire il traffico, ma lo deve fare secondo criteri di obiettività, trasparenza, non discriminazione e proporzionalità». E per i clienti più intransigenti c’è anche il consiglio sul come muoversi per veder rispettati i propri diritti: «Consigliamo di intimare al gestore l’eliminazione dei filtri e fare richiesta di risarcimento del danno tramite raccomandata a/r di messa in mora».