Negli scorsi mesi ci siamo abituati a considerare YouTube (con l’enorme numero di suoi utenti abituali) come un’ottima piattaforma multimediale che può essere sfruttata da privati e aziende per realizzare campagne di marketing a basso costo.
Il successo dei progetti di web-marketing su YouTube era basato essenzialmente su discrete realizzazioni video (spesso di qualità amatoriale) di idee originali e divertenti in grado di innescare quei processi virali che, attraverso il passaparola digitale, potevano generare veri e propri fenomeni di costume, come nel caso della famosissima fenomenologia di video della famiglia Mentos-Pepsi.
Ora qualcosa è cambiato. YouTube è stato finalmente sdoganato anche dalle istituzioni che, anche se con notevole ritardo rispetto a privati ed aziende, si sono rese conto delle potenzialità di questo nuovo media.
Appartengono alla cronaca del periodo natalizio sia il caso della Regina d’Inghilterra che apre un canale dedicato alla monarchia su YouTube da dove, oltre che effettuare gli auguri al popolo, è accessibile un archivio di video di tema regale, sia quello dell’Università di Berkeley che mette a disposizione di tutti i navigatori gratuitamente le lezioni integrali.
In entrambi i casi, si tratta di intelligenti applicazioni di marketing 2.0 a basso costo, poiché, a ben pensarci, i due canali tematici di YouTube non sono altro che due giganteschi spot interattivi!
Si delinea così una situazione in cui al web-marketing fatto con le idee originali tipico di piccole aziende o privati, si affianca quello delle grandi aziende come Vodafone che inseriscono YouTube nel marketing mix tradizionale con quello, più recente, delle istituzioni in stile Università di Berkeley e Regina d’Inghilterra.
What’s next? Forse l’invasione della politica?