Inatteso, sicuramente. Nelle ore in cui il Macworld prendeva forma, Apple stava vivendo momenti difficili a Wall Street, dove il Nasdaq iniziava una giornata difficile e dove il titolo della mela sembrava il più zavorrato di tutti. Jobs snocciolava dati entusiastici, ma il titolo cadeva sempre più in basso. Viene annunciato il nuovo Macbook AIR, c’è un piccolo rimbalzo, ma poi si torna a scendere. A fine seduta c’è un recupero quantomeno simbolico, ma l’after-hour cancella ogni velleità: è in tutto e per tutto una giornata nera.
Sembra di vedere due realtà parallele e contrarie. Da una parte c’è il “thank you” che Jobs rivolge ai suoi clienti, c’è l’osannante elenco dei risultati conseguiti nel 2007, c’è la presentazione di nuovi progetti di tutto interesse che potrebbero portare al gruppo introiti ulteriori. Dall’altra ci sono ombre di difficile interpretazione, un titolo che sembra più attratto da un male ignoto che non da quota 200 dollari, il tutto comunque in compagnia di altri titoli in giornata altrettanto difficile. E c’è chi sta peggio proprio per colpa di Apple: Blockbuster, sulla scia delle novità provenienti dalla Apple Tv, perde quasi il 17% mentre Netflix limita i danni al 5.4%.
A fine giornata AAPL chiude a -5.45%, a quota 169.04 dollari (lungi dai 200 toccati nelle scorse settimane). Nell’after hour è ancora peggio, con discesa che si aggrava di ulteriori 3 punti percentuali. In un listino contraddistinto da una serie di risultati negativi, Apple è tra i peggiori. Peggio di eBay, a -4.38%. Peggio di Yahoo, a -3.33%. Peggio sicuramente di Microsoft, che perde solo un punto percentuale. Il listino chiuderà a -2.58% una delle peggiori giornate degli ultimi mesi, confermando i tremendi dubbi che la borsa USA ha gettato da inizio anno sull’economia del paese.
La forza misteriosa che sembra trainare tutti al ribasso potrebbe chiamarsi Intel. Il gruppo ha pubblicato numeri di forte crescita, ma le attese erano più rosee ed i timori delle ultime settimane potrebbero dunque aver iniziato a concretarsi in una prima manifestazione di calo. L’ipotesi è quella per cui un’avvertita recessione potrebbe ridurre il desiderio di acquisto, determinando dunque scarsità di domanda e scaffali che non si svuotano sufficientemente in fretta: un incubo in un momento già delicato come quello attuale.
Tra i commenti raccolti in rete sembra permeare comunque ancora fiducia nel titolo: la macchina economica di Cupertino funziona ancora egregiamente e la caduta rientra solo all’interno di un più vasto scivolone dell’intero listino. Il recupero potrebbe essere tanto rapido quanto il calo. Alla comunicazione dei dati trimestrali, confidano in molti, Apple potrebbe tornare a quota 200 per puntare verso 250 dollari. Per ora la giornata del Macworld rientra però negli annali come una delle più difficili. Davanti a certe paure non c’è Macbook, iPhone o iTunes che possa reggere, evidentemente.