Baidu, Sogou e Yahoo!China sotto inchiesta

La grande guerra del regime cinese contro la violazione del copyright continua. Adesso tocca ai principali motori di ricerca e al modo indiscriminato con cui consentono agli utenti di accedere a brani musicali coperti da copyright
Baidu, Sogou e Yahoo!China sotto inchiesta
La grande guerra del regime cinese contro la violazione del copyright continua. Adesso tocca ai principali motori di ricerca e al modo indiscriminato con cui consentono agli utenti di accedere a brani musicali coperti da copyright

Negli ultimi mesi, con l’appropinquarsi delle Olimpiadi di Pechino la Cina sta facendo “pulizia” di tutto ciò che ritiene sconveniente, sovversivo e nocivo all’ordine pubblico. Ora sembra tocchi ai motori di ricerca e all’uso che fanno dei brani musicali sottoposti a copyright. Infatti sul territorio cinese il 99% della musica che circola è pirata e la vendita legale frutta 76 milioni di dollari, vale a dire solo l’1% del fatturato mondiale in materia.

A modo loro i tre più grandi operatori del settore, Baidu, Sogou e Yahoo!China, sono sotto inchiesta per ambiti che hanno a che vedere con il diritto d’autore musicale: a riferire la cosa è l’IFPI, che sta supportando la battaglia del governo cinese in merito essendosi rivolta ad una particolare corte che è appoggiata da pezzi grossi dell’industria mondiale del disco.

A Baidu la Universal, la Sony BMG e la Warner hanno chiesto per mano della corte cinese di rimuovere tutti i link a servizi di distribuzione musicale in rete che fanno riferimento a brani coperti da diritti digitali. Uguale ma separata causa è stata invece intentata contro Sogou, sempre dalle medesime grandi etichette.

Storia un po’ diversa invece quella di Yahoo!China che già in dicembre aveva ricevuto un ordine riguardante la distribuzione di musica coperta da copyright dalla Corte Maggiore del Popolo di Pechino e alla quale non si è conformato. In particolare l’accusa mossa contro la divisione cinese di Yahoo era di violazione di massa del copyright ottenuta facilitando il download illegale di brani musicali.

Secondo John Kennedy della IFPI il motivo di tante azioni legali prese tutte insieme è che «La Cina vuole lavorare a braccetto con le compagnie tecnologiche ma non si può fare nessun business sulla base della sistematica violazione del diritto d’autore».

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