Tutti gli ambienti più importanti, dalle industrie agli istituti di ricerca fino alle compagnie che fanno consulenza danno per ormai finita la guerra dei formati. Il cambiamento di fronte della Warner per il modo e il momento in cui è arrivato sembra aver infatti deciso i giochi.
Certo formalmente la guerra non è finita e Toshiba ha comprato spazi pubblicitario all’ultimo superbowl per comunicare il calo di prezzi dei suoi lettori (arrivati a 150 dollari) ma partendo dall’assunto che sarà il Blu Ray di Sony il formato per i prossimi DVD ad alta definizione rimane un altro grande interrogativo e un’altra grande battaglia, quella per l’adozione della nuova generazione di dischi.
Infatti fino ad ora le vendite di lettori (di entrambi i formati) non sono andate per niente bene. Se si tolgono tutte le Playstation3 dal mercato (oggetto che ha anche altre ragioni d’acquisto) rimangono circa un milione di lettori venduti (di cui la metà HD DVD), e secondo il gruppo di ricerca NPD Group 7 nuclei familiari su 10, dotati di televisori ad alta definizione, non vedono ragioni per fare il passaggio ai nuovi lettori.
Al momento sicuramente si risente ancora della guerra dei formati che ha fatto sì che in molti aspettino una soluzione definitiva (che non basta sia effettiva ma deve essere anche percepita come tale dai consumatori), ma anche il calo dei prezzi è un altro fattore indicato da molti come il momento atteso. Infatti è noto che la convenienza è molto più importante in un acquisto della qualità, che in verità non ha mai pagato molto da sola. Il caso del successo dei DVD tradizionali infatti è da imputare al gigantesco balzo in avanti che c’era con i VHS non solo in materia di qualità ma anche di fruizione e di contenuti.
Ormai quasi 90 milioni di nuclei familiari (l’84% del totale statunitense) hanno un lettore DVD tradizionale in casa e convincerli tutti a cambiare per un formato che dal loro punto di vista si vede un po’ meglio solo se si ha un televisore adeguato non sarà semplice.
Infine non bisogna dimenticare ciò che ha già avuto modo di dire Steve Jobs e cioè che ora la guerra è tra formati fisici e download immateriale. Una guerra dove probabilmente non ci saranno vincitori, nel senso che i due tipi di fruizione possono tranquillamente convivere, ma che inevitabilmente si protrarrà a lungo nel tentativo di sottrarsi pubblico vicendevolmente, in una dinamica che non sarà troppo diversa dall’equilibrio che prima o poi anche il mondo musicale raggiungerà tra CD e mp3.