La Lega “ce l’ha duro”, ma ce l’ha anche 2.0. Grazie ad un post di Vittorio Zambardino, infatti, scopro in poche righe tutti i riferimenti che il partito dell’Umbertone nazionale (ops… padano) ha sul web. Per chi vuole seguire le iniziative della Lega Nord tramite il web, infatti, sono disponibili i seguenti canali:
Ma vorrei andare oltre. Zambardino, infatti, commenta così la cosa:
Vale la pena andare in una rete per fare un comizio? Le altre forze politche non è che vadano meglio…
Ovviamente tutti i siti linkati sono il risultato di una iniziativa personale, non ufficiale: il che rende, se possibile, l’errore ancora più grave.
Vale la pena andare in una rete per fare un comizio? Si, secondo me sì. E’ giusto comunicare anche in rete. Certo la rete è fatta più per un dialogo che non per un urlo a orecchie turate, ma il solo essere sulla rete costringerà prima o poi anche il più ostinato ad aprirsi al dibattito. Decisamente condivisibile, invece, il fatto che l’errore sia nell’essere sul web tanto per esserci, senza coordinare gli sforzi e occupando solo i vari canali con un avamposto (normalmente perlopiù ignorato).
I partiti sono abituati a ragionare sulla forma mentis televisiva: essere su un canale significa occuparte una piccola significante porzione, il che è sufficiente per rastrellare attenzione, consensi, voti. Il web, però, tende all’infinito ed ogni ragionamento di presenza è qui differente.
Il fatto che un partito come la Lega si butti su Twitter, però, rincuora. Significa che hanno notato che qualcosa sta succedendo. Se poi l’approccio non è perfetto, pazienza: nessuno “nasce imparato”. Un piccolo sforzo alla volta. C’è chi copia Obama, chi si fa un blog, chi critica il web e chi ci prova sui social network. Non è importante chi fa qualcosa: l’importante è che tutti, bene o male, si siano accorti che qualcosa vada fatto.