Non è di questo avviso la signora Silvia Rossi, intervistata qualche giorno fa da La Stampa.it. Raccontando la sua esperienza personale di mamma di quattro figli e formatrice informatica fin dagli anni ’80, la donna testimonia in prima persona tutta la fatica del lavoro da casa.
La sua pare essere una voce fuori dal coro, laddove l’orchestra è intonata nel tessere gli elogi al telelavoro, senza mai stancarsi.
Quando si parlava di telelavoro, agli albori della sua applicabilità, la maggior parte dei promo erano improntati a prospettare i vantaggi di tale novità per le donne in carriera. Sembrava che finalmente il genere femminile non fosse più costretto a scegliere tra l’ufficio e i fornelli. E che le donne potessero essere appagate allo stesso tempo del doppio status di lavoratrici e mamme.
Ma voi pensate che sia proprio così? Il dubbio è legittimo, perché quando a telelavorare è la donna, la casa non è più il luogo del relax in cui porti il lavoro, ma è piuttosto il luogo del lavoro domestico in cui fai entrare, a fatica, anche il lavoro d’ufficio.
Conciliare affari e famiglia non deve essere facile, ma forse sarebbe meglio un part-time fuori, che permette di “staccare” un po’. O no?