Se non tutti possono o vogliono permettersi la totale indipendenza dimostrata dai Radiohead e dai Nine Inch Nails, esiste anche un’onesta via di mezzo, ovvero un approccio ragionevole alla strategie comunque più conservatrici delle grandi etichette.
Per l’uscita del loro nuovo album infatti i R.E.M. hanno deciso, nonostante siano soggetti ad un contratto con la Warner, di pubblicare tutte le tracce in anteprima sul social network iLike (raggiungibile anche da Facebook). Dal 24 Marzo dunque “Accelerate” sarà ascoltabile su iLike senza sovrapprezzi o altro e sarà anche accompagnato da un video girato per l’occasione dalla band nel quale parlano dell’iniziativa. Dopo una settimana sarà nei negozi (virtuali e non).
Ma il punto qui è che non si tratta di una strategia mirata a raggiungere indipendenza: «E’ stata un’idea delle molte che ci hanno presentato e ci è sembrata buona così l’abbiamo fatto» ha dichiarato Michael Stipe (il cantante). Insomma si tratta di una strategia promozionale della Warner e non un modo con cui i R.E.M. cercano di battere un’altra strada e di non rimanere legati ad un immaginario vecchio stampo (o quantomeno più vecchio del loro pubblico).
La differenza è grossa, grossissima, benchè si tratti comunque di un’iniziativa lodevole (sempre meglio che pubblicare l’album e basta!). La distanza dagli altri esempi sta tutta nel fatto che le tracce sono raggiungibili su un social network terzo e non su una struttura preesistente di proprietà del gruppo o dell’etichetta.
Cioè la Warner ha fatto un contratto con iLike, si tratta di una transazione economica non troppo differente dal mettere un cartellone pubblicitario. La novità è che per assecondare i tempi si mettono le canzoni a disposizione della gente.
Al pari dell’altra idea avuta dal gruppo (o dall’etichetta) di mettere a disposizione di tutti il video della canzone per rimontarlo, anche questa è più che altro una strategia di marketing. Non che ci sia nulla di male, anzi. Però è segno che la pratica della libera circolazione ormai è inglobata dal sistema, tanto che riesce fuori nella forma più caratteristica di una major: il marketing.
Si forma così la necessaria via di mezzo tra chi fa un album, stampa il CD, lo vende nei negozi e poi su iTunes, chi lo vende in proprio sul suo sito da indipendente e chi invece con abili mosse della propria etichetta di riferimento accontenta le nuove esigente del suo pubblico, rinnovando la propria immagine.
Perchè sentire le tracce su iLike o scaricarle illegalmente è la stessa cosa per la Warner, dal download su iLike l’etichetta non trae vantaggio come non lo trae dal download illegale, non è una mossa che lo prevenga ma una che lo accetta e ci viene a patti per non rovinare l’immagine di un gruppo col pubblico giovane.
A questo punto l’unico rischio per l’utente è di essere ingannato e credere di essere componente attivo di un qualcosa di più grande (come l’esperimento Radiohead) o di fomentare una rivoluzione di costumi discografici, mentre è semplicemente parte del meccanismo promozionale come sempre.
Ripeto, nulla di male in questo. Basta saperlo.