L’unica cosa su cui concordano è che si tratti di una minaccia da combattere, ma Stephen Cummings, direttore del Centro governativo britannico per la protezione delle infrastrutture nazionali, e Christian-Marc Liflander, funzionario del ministero della difesa estone, riunti alla London Security Conference hanno per il resto visioni diametralmente opposte sul tema del cyberterrorismo.
La tesi che fino ad ora è stata veicolata come quella ufficiale è che nell’ultimo anno è emersa una nuova tipologia di terrorismo che ha luogo in rete ma le cui conseguenze si sentono anche nel mondo reale. Un tipo di terrorismo che, data la pervasività e l’uso che nella società occidentale viene fatto della rete e dei computer, può avere conseguenze economicamente disastrose.
Proprio l’Estonia è tra i paesi che hanno affermato di essere stati vittima di attacchi di cyber-terrorismo, nel loro caso probabilmente sponsorizzati dal governo russo. Il governo estone sostiene di aver ricevuto un attacco coordinato quando la città di Tallin ha deciso di spostare un monumento alle guerre dell’era sovietica, solo che tale attacco ha sfruttato un numero altissimo di computer zombie, da almeno 76 diverse nazioni, cosa che ha reso impossibile raccogliere delle prove sufficienti a dimostrare la matrice terroristica.
La tesi di Stephen Cummings, come riporta PcPro, è invece che nulla faccia pensare all’esistenza di qualcosa che possa essere definito cyber-terrorismo: «Mi sembra che questa discussione ci distragga dalle minacce terroristiche più pressanti, che sono sempre quelle fisiche […] Il Cyber-terrorismo è un mito. E se continuiamo a parlarne andrà a finire che i terroristi lo scoprano davvero, e in maniere che non riusciamo ad immaginare».
Eppure gli attacchi informatici esistono per entrambi, e per entrambi (come per il resto del mondo) sono una minaccia non solo serissima ma anche impossibile da affrontare per una sola nazione, poichè per la loro natura essi stessi sono globali. Perciò dalla London Security Conference è emerso come siano necessarie delle misure di prevenzione e delle leggi più chiare e severe in materia per contrastare la rapidità e l’agilità di tali attacchi.