E alla fin fine Apple li separò, sebbene se non del tutto. Quell’unione malandrina tra iTunes e Safari, infatti, ha sollevato più di un dubbio fin dalla prima ora, e così come silentemente Apple l’aveva messa in moto, altrettanto silentemente ora l’ha modificata. Ma non depennata. Safari, insomma, non verrà più spinto agli utenti Windows con la strategia forzosa che Apple aveva ipotizzato nel contesto degli update del software di Cupertino, ma le differenze rispetto alla situazione iniziale sono minimali e poco più che formali. Ancora sembra esserci, insomma, un dolo contro cui puntare l’indice.
Tutto è iniziato nel momento in cui Apple ha infilato Safari tra le installazioni previste con gli update proposti dall’apposito software di notifica (che Apple porta su Windows soprattutto grazie al traino iTunes). iTunes, insomma, poteva divenire il cavallo di Troia con cui Cupertino intendeva infilare il proprio browser sui pc con sistema Windows. La pratica però non è passata inosservata: John Lilly, CEO Mozilla, ha immediatamente alzato la voce evidenziando il fatto che tale pratica fosse poco corretta (secondo molti utenti un po’ troppo in “stile Microsoft”). La spunta automatica su Safari nel modulo di update, insomma, è passato subito dalla parte del torto.
A distanza di pochi giorni la colpa s’è fatta concreta con la scoperta di alcune vulnerabilità di Safari che hanno trasformato il browser in un pericolo per l’utenza avente il browser di Cupertino sul proprio pc. Lo spingere con eccessiva enfasi un software vulnerabile è diventato oltremodo scomodo, finché si è scelto di fare un primo basilare passo indietro revocando in qualche modo la scelta iniziale.
Apple è così intervenuta, ma senza il coraggio auspicato da Mozilla. Ed è proprio da Mozilla, dunque, che si risolleva la voce della polemica: «Sembra che con l’ultimo update per Apple Software Update Service (v2.1), Apple abbia apportato un importante, ma non sufficiente, miglioramento. Ora l’updater ha diverse sezioni per gli “update” e per i “nuovi software”. È un buon primo passo. Ora Apple deve smettere di selezionare il box dei nuovi software di default. Con questo cambiamento, sarò lieto di ripristinare il servizio Apple Software Update sulla mia macchina Windows». Parole pesanti, ancor più se provenienti da un alto responsabile Mozilla quale Asa Dotzler.
Dietro la polemica tra Mozilla ed Apple sembra esserci qualcosa in più di un semplice battibecco formale tra le parti nel nome della netiquette. Apple ha infatti manifestato importanti obiettivi per il proprio browser in tempi non sospetti, ma tali obiettivi non possono che realizzarsi minando in qualche modo le ambizioni di quello che ad oggi è il secondo dei browser più diffusi al mondo: Firefox. Dietro le parole di Dotzler e Lilly, quindi, c’è anche una strategia di legittima difesa, alla quale Apple al momento non risponde limitandosi solo a silenti spostamenti delle proprie pedine sul proprio software di update.