Le frodi contro i nuovi sistemi di pagamento online rimangono un problema che rischiano di minare seriamente il successo del commercio elettronico anche in Europa. È questa la conclusione a cui è giunta la Commissione Europea commentando il primo Action Plan presentato nel 2004 per intervenire con misure normative a regolamentare un mercato in piena ascesa ma pieno di spine.
Secondo la Commissione è sufficiente una piccola percentuale di frodi per vanificare l’intero comparto dei pagamenti online: la fiducia viene meno e con essa l’abitudine ad acquistare in rete sfruttando carte di credito e derivati. Ora la Commissione intende proporre un aggiornamento della propria analisi precedente per sottolineare come le operazioni fraudolente abbiano cambiato obiettivi e strumenti ed il nuovo quadro necessiti pertanto di una rivisitazione.
Un vecchio adagio sottolinea come capire un problema significhi di per sé già iniziare a risolverlo. La Commissione UE sembra rivangare lo stesso concetto nel momento in cui segnala il fatto che uno dei principali problemi sia nella esatta comprensione del fenomeno «per valutare i rischi e implementare appropriati interventi efficaci». Oggi le frodi sui pagamenti online constano generalmente in furti d’identità o «più generalmente, cyber crime» (categoria onnicomprensiva).
Le frodi ad oggi sono in media 10 milioni all’anno nell’area SEPA (Single Euro Payments Area): 500 mila i venditori coinvolti per 1 miliardo di perdite in tutto. Nel nome della sicurezza e della promozione di tali sistemi di pagamento, la Commissione auspica ufficialmente che tutte le barriere «tecniche, legali e commerciali» vengano abbattute così che anche il mercato virtuale possa definirsi autenticamente comunitario: «semplice, sicuro, facile».
In questo contesto la Commissione mette a punto tutta una serie di provvedimenti atti a stimolare gli obiettivi preposti. Tra questi viene indicata la volontà di mettere a punto un solo numero verde abilitato in tutta l’Unione Europea presso il quale sia possibile segnalare una carta smarrita, clonata o comunque coinvolta in episodi dubbi in grado di mettere in pericolo il capitale disponibile. Il progetto non è ancora alla fase attuativa, ma l’idea è già formalizzata attorno al numero “116”: 116XXX sarà dunque il riferimento presso cui le carte di credito potranno essere congelate in attesa di verifiche in caso di qualsivoglia problema.
Oltre alla proposta, poi, v’è anche la repressione: la Commissione incoraggia le varie legislazioni a mettere a punto interventi adeguati per rendere efficaci le norme contro le frodi online: chi è scoperto deve autenticamente pagare, così che l’impunità non possa incoraggiare i malintenzionati a far leva su incauti “paradisi legislativi” interni all’UE.