Io l’ho guardata Current Tv. Perchè ne abbiamo parlato tanto prima e durante, ma è nel “poi” che verranno trovate le risposte a tutti i quesiti sollevati. L’ho guardata Current Tv. Il tempo di arrivare dall’Ambra Jovinelli fino a casa, impugnare il telecomando e digitare uno-tre-zero. 130. Eccola, Current Tv.
Il primo video mi ha sbalordito. Un signore va a cercare il ghepardo delle nevi, e per far ciò cammina per i monti giorni e giorni. E mentre sta per tornare deluso verso casa, ecco che il ghepardo si mostra in tutto il suo splendore proprio lì, a due passi dalla strada principale, offrendo la soddisfazione di una vita. Nessun documentario avrebbe mai potuto trasmettere una sensazione così. Peccato che il tutto si esaurisca in pochi minuti, e già occorre passare al secondo video.
Un po’ di pubblicità, quindi ecco un documentario su Pechino. Non lo capisco troppo e già la voglia di passare oltre è forte. Sul 112 c’è CSI che attende, sul 140 forse c’è David Letterman. Ma è il giorno di Current, suvvia, un po’ di fiducia. Ed ecco un simpatico filmato su una pratica (di cui già mi sfugge il nome) relativo ad un uso particolare dei parchi cittadini: alcuni adulti camminano sulle ringhiere, si arrampicano ai muri, saltano sulle auto e fanno tutte quelle cose che possono scaturire da un fisico adulto con una mente fanciullesca. Liberatorio, peculiare. Nessuna tv l’avrebbe mai mostrato e chissà se l’avrei mai scoperto su YouTube. Piacevole.
La visione è proseguita per qualche mezzora, poi si è accumulata una certa stanchezza. Il giorno dopo, invece, nessun desiderio di tornare su Current nonostante il relativo piacere provato alla prima esperienza.
Se in questa pagina non interleggete nulla, godetevela come resoconto di una prima esperienza sul nuovo canale di Al Gore. Se invece avvertite qualcosa, dopo il salto c’è ulteriore materiale da approfondire.
Del funzionamento e della natura di Current Tv non c’è più troppo da aggiungere: un cumulo di “pod”, una trasposizione televisiva di YouTube con il filtro della qualità a regolare l’esegesi finale del canale. Online è presente ogni indicazione circa format da seguire, scartoffie da compilare, indicazioni da appuntare per poter scalare i favori della selezione ed approdare ad una comparsata televisiva remunerativa.
Ma c’è qualcosa che non convince in Current Tv. L’evidenza è nel fatto che si è colta una serie di peculiarità della rete per creare un flusso televisivo. In questo passaggio si accumula tutta una serie di distorsioni che, inevitabilmente, pesano sul concept finale. Trattasi, infatti, di una sorta di compromesso che lima da entrambe le parti per giungere ad una forma finale di per sé innovativa, ma non per questo gradevole per natura precostituita. Una serie di considerazioni maturano istintivamente:
- i video brevi nascono dalla necessità di una visione “mordi e fuggi” dovuta a scarsità di risorse di ripresa, immagini di fortuna, scarsità di banda disponibile, impossibilità di lungometraggi qualitativi privi di post-produzione. La trasposizione online avviene con tutto ciò che serve per rendere ottimale la qualità, ma nel momento in cui ci si trova sul divano a godere delle immagini incrociate, 5 minuti di filmato sono davvero troppo pochi. È come un aperitivo senza pasto, dal quale se ne esce con un senso di insoddisfazione latente;
- la forza dei canali televisivi è nel flusso. Il flusso è una struttura tipicamente organizzata: non solo un’accozzaglia di contenuti in ordine cronologico, ma un agglomerato “liquido” organizzato in macrosezioni che tende a ripetersi secondo schemi precostituiti, così da invitare l’utente a tornare nel tempo per trovare soddisfazione dai contenuti maggiormente graditi;
- non c’è un punto di riferimento: su Current Tv si va per guardare Current Tv. Non si va per vedere un personaggio o una trasmissione specifica, quanto piuttosto per guardare contenuti teoricamente “user generated” (definizione però poco calzante). Le costanti sono pochissime e la diretta è un esperimento tutto da verificare (ma meritevole e coraggioso).
I dubbi che hanno anticipato il lancio di Current erano più che altro relativi alle modalità del lancio stesso: Current ancora non si era mostrato e solo ora è possibile parlarne con qualcosa in mano. I dubbi che hanno seguito il lancio sono stati limitati dal luccichìo della parata televisiva dei blogger. Telecamere e megaschermi, Al Gore di fianco a Montemagno, Tommaso Tessarolo che va di fioretto per limare le imperfezioni che possono trapelare, e dal tutto ne esce un quadro immaginifico le cui uniche ombre sono solo sul profilo economico dell’azienda. La bontà dell’esperimento non è in dubbio, ma è invece in dubbio la sua sostenibilità nel tempo (nessuna cifra è stata diramata, ma è evidente che gli accordi con Sky siano l’unica fonte di entrata plausibile).
Quo vadis Current Tv? L’idea di una televisione basata sui “pod” è interessante. Il fatto che non sia nata su internet deriva dalla sua vocazione: portare la natura della rete sul medium più diffuso (e così tremendamente centrale in Italia). Il fatto di essere su Sky è una libertà aggiuntiva: la tv generalista non avrebbe mai potuto offrire a Current Tv uno spazio adeguato.
Di per sé Current Tv non è peraltro un’idea completamente nuova. In Italia, soprattutto, è vecchia almeno quanto Current Tv stessa, in considerazione dell’esperienza già accumulata negli USA. Eppure Current Tv è probabilmente il canale Sky che più di ogni altro ha fatto parlare di sé sugli altri media: nessun altro lancio ha avuto lo stesso seguito, e questo è un dato assodato ed evidente.
Il suo valore aggiunto, però, dipende oggi più che altro da tre fattori:
- Al Gore
La presenza di un personaggio tanto carismatico in Italia ha smosso centinaia di persone, ha catalizzato telecamere e microfoni, ha mobilitato il mondo del giornalismo in quello che è divenuto un automatico markettone al canale. Qualche battuta sulla libertà di stampa in Italia è servita ad aggiungere ulteriore pepe; - Canale 130
Current Tv sul canale 642 non avrebbe avuto alcun seguito. Ora invece si insinua in una posizione strategica dello zapping quotidiano, vicino a canali tipicamente giovanili ed in una fascia raggiungibile tra chi compie rapide scorribande tra il nucleo FOX ed il nucleo sportivo della programmazione Sky; - Blogger
Richiamare centinaia di blogger all’evento significa due cose: 1.riuscire a far parlare di sé in rete, occupando il canale e riuscendo a pilotare la discussione e la propria immagine relativa; 2.riuscire a tener vicina una nicchia importante che non solo può rappresentare nuova clientela abbonata, ma anche interessante fonte di upload: è dalla comunità partecipativa che Current Tv può trarre la linfa necessaria per il proprio archivio video.
Il punto interrogativo maggiore è relativo però alla tutela legale. Inviare materiale pieno di liberatorie, unitamente alle spallucce di un Al Gore che a specifica domanda parla solo di “prevenzione”, non è propriamente una botte di ferro per l’autore dei video. E sia chiaro: spesso chi pubblica non garantisce l’autore. In questo caso però l’autore in cambio ha qualche euro e molta fatica, nessuna base professionale e pochi interessi al rischio. E se senza sicurezza non c’è alcun giornalismo di inchiesta, allora Current Tv non puù avere alcun materiale che scava realmente. Una indipendenza di facciata non assicura alcunché e determina in divenire solo un appiattimento dei contenuti su standard di infotainment di bassa lega. Questo, presumibilmente, non è quello che vogliono gli autori. Lo stesso Al Gore ha sottolineato il fatto che un video censurabile sarebbe ottimale per il semplice fatto che aumenta l’audience. Ma il gioco vale la candela? Meglio un exploit di audience o una calma sicurezza sul canale 130?
Current Tv non può essere messo in competizione con la tv tradizionale. Il suo posizionamento nella griglia dei canali Sky lo conferma: è un canale “di passaggio”.
La concorrenza, al tempo stesso, va cercata in tutte le altre forme di tv commistionata al web. Joost e Babelgum magari. Oppure la Messenger Tv. Magari la nuova Tiscali Tv. O quel che son pronte a trasmettere Apple Tv, Xbox Live e PS3 Home. O lo stesso YouTube. La lista si fa lunga ed ognuno cerca il proprio approccio verso la forma che, per approssimazioni successive, sta venendo a galla a mano a mano, un errore dopo l’altro.
Current Tv parte da due certezze: Al Gore e il canale 130. Prendo il telecomando e accendo: si parla di un profugo della Mauritania che, cercando di raggiungere l’Italia, si è trovato su un peschereccio destinato in fondo al mare. Salvo per miracolo, ora è su Current Tv a raccontare la sua storia ad un’abile reporter. Peccato che tra pochi secondi la barra di avanzamento avrà raggiunto la fine. Ecco quindi un video italiano. Si parla di Sicilia e di immigrazione.
YouTube almeno offre video correlati, qui invece la scelta è solo duplice: andare o rimanere. La tv è così, le scelte possibili son poche. Decido per stavolta che me ne vado, cambio canale. Ma prima o poi torno. Chissà cosa incrocio, passando tra CSI e David Letterman.