Secondo le previsioni più ottimistiche, il protocollo IPv4 su cui si basano gli indirizzi numerici della Rete avrebbe ormai pochi anni di vita davanti a sé. Il crescente numero di connessioni sta letteralmente polverizzando ciò che resta dei quattro miliardi di combinazioni numeriche consentite dall’attuale standard IP di Internet, lasciando al mondo online un’unica soluzione: adottare definitivamente un nuovo protocollo. Dopo i ripetuti allarmi lanciati, talvolta strumentalmente e con non poco allarmismo, nella Rete qualcuno sembra muovere finalmente i primi passi, che dovrebbero portare all’adozione e alla diffusione del nuovo standard IPv6 entro il 2011, anno in cui dovrebbe essere assegnato l’ultimo indirizzo IP del precedente protocollo.
Per trasformare il dibattito da semplice teoria a pura pragmatica, il motore di ricerca Google ha da poco rotto gli indugi inaugurando la sua prima versione IPv6. Attraverso uno scarno comunicato sul suo blog ufficiale, Mountain View ha comunicato di aver avviato una sezione parallela del suo motore di ricerca basata sulla tecnologia IPv6. I possessori di connessioni compatibili con il nuovo protocollo, al momento un numero estremamente marginale rispetto al complesso della Rete, potranno sperimentare le potenzialità del Google del futuro consultando l’apposito dominio ipv6.google.com, già attivo e pronto per fornire i risultati come il suo omologo in versione IPv4.
«IPv6 offre abbastanza spazio per assegnare circa tre miliardi di indirizzi per ogni persona sul pianeta. La nostra speranza è che consentendo a tutti i computer e dispositivi mobili della Rete di comunicare tra di loro direttamente – idea nota come il principio dell’end-to-end che fu cruciale per la struttura iniziale di Internet – IPv6 possa permettere a Internet di crescere costantemente e possa consentire nuove applicazioni ancora da inventare» si legge nel post pubblicato da Google. Secondo il colosso delle ricerche online, i sistemi operativi oggi in commercio sarebbero inoltre già pronti per funzionare perfettamente con il nuovo protocollo, offrendo un supporto affidabile e di alta qualità per gli utenti.
Il primo passo pubblico di Google nella tecnologia dell’IPv6 potrebbe stimolare ulteriormente l’introduzione del nuovo protocollo anche da parte di altri soggetti operanti in Rete. A causa dei costi ancora alti, causati dalla necessità di cambiare parte delle infrastrutture dei network che insieme costituiscono Internet, le grandi società di telecomunicazioni e gli ISP sono ancora molto restii nell’adottare il protocollo IPv6. I tempi sembrano, però, essere ormai maturi: la forte crescita economica, ma anche tecnologica, dei paesi asiatici, ha accelerato sensibilmente l’assegnazione degli ultimi indirizzi IP disponibili con il protocollo IPv4. Il passaggio al nuovo standard si configura ormai come inevitabile e di stringente attualità, come dimostra chiaramente la recente scelta di Google.