Negli ultimi due anni, AMD non è stata in grado di rispettare la propria roadmap dei suoi processori dedicati al settore server e workstation, perdendo la fiducia dei suoi partner, non solo a causa del ritardo con cui ha presentato la propria offerta, ma anche per il noto problema del bug nella TLB della cache L3 dei processori Barcelona stepping B2.
Per provare a recuperare il terreno perduto, AMD ha quindi deciso di rivisitare profondamente la roadmap dei processori per sistemi server, rispetto a quella inizialmente programmata.
Come già detto in precedenza, la prima novità sarà Shanghai, evoluzione a 45 nm dell’attuale CPU Barcelona. Oltre a un aumento della cache L3 e all’introduzione del bus HyperTransport 3.0, verrà integrato anche un controller di memoria con supporto alle DDR2-800. Il successore (nel 2009) sarà Istanbul, processore a sei core di tipo nativo, che conserverà le stesse specifiche di Shanghai.
Nel 2010 finalmente AMD inserirà un controller di memoria DDR3 nei suoi processori Opteron, che comporterà il passaggio dall’attuale socket F al nuovo socket G34. Le nuove CPU previste saranno Sao Paolo, a 6 core nativi con 6 MB di cache L3 e Magny-Cours a 12 core (ottenuta collegando due core Sao Paolo con un link HT) con 12 MB di cache L3.
Queste nuove versioni di Opteron, oltre a un miglioramento della tecnologia di virtualizzazione AMD-V, godranno di tre nuove tecnologie: HTC, che permette di variare dinamicamente la frequenza di clock in base al carico di lavoro su ogni singolo core; Probe Filter, che consente di migliorare la trasmissione dei dati tra i vari socket; APML, che semplifica la gestione e amministrazione delle risorse del sistema da parte dei system administrator.
Novità anche per quanto riguarda i chipset. Si passerà dalle soluzioni nForce 3600/3050 e Broadcom HT-2100/1000 alla nuova piattaforma Maranello, costituita dai chipset AMD RD890S e RD870S, affiancati dal southbridge SB700S.
Dal confronto tra la vecchia e la nuova roadmap si nota subito la scomparsa del processore Montreal a 8 core che avrebbe dovuto adottare un design MCP (multi-chip package), costituito da due CPU quad-core saldate tra loro su di un unico package. Ciò perché, secondo AMD, le CPU a 6 core nativi (come Istanbul) consentirebbero di salire maggiormente in frequenza (rispetto alle CPU a 12 core non nativi), in modo da privilegiare applicazioni che sfruttano l’aumento di velocità del clock, piuttosto che il numero superiore di core.
Nessun riferimento nemmeno alla nuova architettura Bulldozer, inizialmente prevista per il 2009, ma che non vedrà la luce prima della fine del 2010, quando AMD potrà probabilmente adottare, per questi nuovi prodotti, la tecnologia produttiva a 32 nanometri.