Il punto sul multitouch

Il punto sul multitouch

Se ne parla da più di tre anni in maniera sempre più assidua, è stato additato come l’ultima frontiera e come il salvataggio del futuro dell’informatica, in particolare dopo il successo ottenuto da Apple su iPhone e iPod Touch; come restare insensibili al fascino di questo nuovo modo di interfacciarsi alla macchina, un modo più immediato e “sensoriale”.

Dopo la presentazione di Surface in casa Microsoft vengono confermate anche le attitudini touch sensitive di Windows 7, così come in casa Apple è quasi certa l’adozione del multitouch su Mac OS dopo la parziale anteprima nel touch pad del MacBook Air e del MacBook Pro 2008.

Poco importa la diatriba tra i due storici rivali su chi sia l’inventore della tecnologia in questione, anche se il “Multi Touch” come marchio è stato registrato da Apple. In realtà non si tratta di un’invenzione recentissima; la ricerca su questa accattivante interfaccia ha inizio all’Università di Toronto nel 1982 e ha trovato continuità evolutiva per circa 15 anni finché nel 1998 non è stata sviluppata come vero progetto produttivo dalla Fingerworks, in pratica acquisita da Apple nel 2006 assumendone i due soci fondatori.

Nel frattempo Microsoft aveva sviluppato il proprio interesse e la propria ricerca sulla tecnologia fin dall’84 e nel 2001 aveva posto le basi di ricerca per il progetto Surface, che verrà poi lanciato ufficialmente nel 2007 in un’area applicativa più professionale visti i costi pur non altissimi.

La mia impressione è però che se anche i due colossi fanno “a botte” per accaparrarsi i meriti della novità, il punto nodale di tutto resta l’applicabilità e soprattutto l’utilità della tecnologia. Un po’ come ha fatto la collega Valentina Franzoni nel suo post su Windows 7, vorrei fare l’avvocato del diavolo ed evitare di sventolare impropriamente qualsiasi bandiera.

La realtà è che, seppur esteticamente accattivanti ed emozionalmente innovativi, né Surface né il “Multi Touch Apple Trademarked” hanno superato finora l’impressione che ancor oggi desta la storica presentazione di Jeff Han al TED 2006 del suo proiettore Heliodisplay.

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In effetti questa tecnologia come altre ha bisogno di crescere, senza essere svuotata della sua importanza e riempita del significato di unica innovazione del futuro tecnologico.

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