Le major verso il boicottaggio di Baidu

Il 99% della musica in Cina è pirata. Oltre alle tradizionali cause legali, ora i difensori del copyright chiedono agli inserzionisti di rimuovere le loro pubblicità dal motore di ricerca Baidu, principale vettore della pirateria del paese
Le major verso il boicottaggio di Baidu
Il 99% della musica in Cina è pirata. Oltre alle tradizionali cause legali, ora i difensori del copyright chiedono agli inserzionisti di rimuovere le loro pubblicità dal motore di ricerca Baidu, principale vettore della pirateria del paese

Il 56% della pirateria musicale in Rete è veicolata dai motori di ricerca e Baidu è imputabile per tre quarti di tali violazioni, un’accusa non leggera che mette il grande motore di ricerca cinese nei guai sia con la legge che con gli inserzionisti.

I difensori del copyright in Cina non hanno infatti esitato a definirlo: «Il più grande e recidivo distributore di pirateria di tutto il paese», e la Cina si sa che è uno dei più grandi ricettacoli di pirateria del pianeta. Ma non si sono certo fermati alle parole i difensori del diritto d’autore. L’International Federation of Phonographic Industry (IFPI), la Music Copyright Society of China (MCSC) e la China Audio-Video Copyright Association (CAVCA) hanno anche formalizzato di concerto le proprie accuse chiedendo un risarcimento di 9 milioni di dollari.

La novità, però, è che adesso sembra che non si rivolgeranno solo alla giustizia. Invece di confidare unicamente in lunghe cause dall’esito incerto (già una volta Baidu è stato assolto da accuse simili) ora le associazioni si rivolgono agli inserzionisti, chiedendo il loro supporto nel non finanziare più un simile scempio. Certo non è detto che poi davvero riescano a convincere la maggior parte degli investitori a rinunciare ad un motore di ricerca che colleziona il 60% delle richieste del paese, tuttavia anche una piccola erosione potrebbe fare la differenza.

Ad ogni modo, come riporta PcWorld, Baidu non rinuncia certo a difendersi: «Crediamo nella difesa del copyright e abbiamo già annunciato una serie di partnership con società come la EMI e altre locali che ci forniranno materiale audio in buona qualità e con tanto di licenze per l’uso, che potremo offrire in streaming ai consumatori finanziandoci con la pubblicità. Teniamo sempre in considerazione la proprietà intellettuale e lavoriamo per trovare nuovi modelli di business, inoltre siamo aperti alla cooperazione con qualsiasi etichetta musicale».

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