Ogni tanto (si sa) emerge un nuovo sito, un social network, un giocattolino interattivo che ti mette (di nuovo) in contatto con tutti i tuoi amici e conoscenti e ti fa condividere foto, video, pensieri (anche cortissimi come nel caso di Twitter), applicazioni, CV, progetti.
È il bello del Web (2.0). A volte questi siti nascono, stanno silenti per un po’, e poi improvvisamente la tua casella di posta viene bersagliata da inviti a entrare in questa o quella community da tutta la propria rubrica di contatti.
È quello che sta (ri)succedendo con Facebook. I primi sporadici inviti li ho ricevuti mesi e mesi fa, e poi ultimamente si sono moltiplicati.
Devo dedurre che stia diventando un’applicazione usata dalla massa?
Insieme a questo pensiero, mi sorge spontaneo chiedermi, un po’ come avvenne per la grande bolla di “Second Life”, se esiste una seria e professionale possibilità di sfruttare commercialmente un sito come Facebook.
Oppure i suoi utenti vogliono solamente giocare, condividere la propria vita con gli amici?
Gli iscritti a Facebook sono disposti ad accettare invasioni pubblicitarie mentre cercano di riallacciare contatti con amici persi di vista?
Sono in vena di acquisti mentre postano foto, test e “frasine” simpatiche sul reciproco “wall”?
Una cosa è sicura: facebook sta crescendo. O almeno in alcuni Paesi.
Solo nel Regno Unito Facebook conta 10.5 milioni di utenti ATTIVI (ovvero che visitano il sito almeno 2 volte al mese). E relativamente alle immagini contiene 6 miliardi di foto.
Ho voluto provare a fare una campagna pubblicitaria. Nella sezione Ads hanno uno strumento molto ben fatto che permette a priori di calcolare a quante/quali persone mi sto rivolgendo. Ho fatto una query abbastanza generica: “donne, italiane, sopra i 30, single, laureate”.
Totale: 60 persone (da un inizio di 129.520 disponibili).
Forse in Italia le cose sono un po’ diverse, o forse su Facebook c’è una popolazione maschile analfabeta di giovanissimi tutti fidanzati?
Sto ovviamente scherzando, ma è un invito alla riflessione…