Oggi giorno, parlare di multimedialità sui computer casalinghi è la normalità. Elaborare un’immagine, ascoltare o registrare un file audio, o visualizzare e modificare un filmato, in ambito casalingo/amatoriale sono operazioni alla portata di tutti (o quasi).
Naturalmente non è sempre stato così, e anni fa, queste erano operazioni che richiedevano alte risorse.
Un primo passo per venire incontro a quelle che sarebbero state le richieste della futura utenza fu fatto da Intel, nel 1997, con l’introduzione di MMX.
MMX, per lo più noto come acronimo di MultiMedia eXtension (o anche Multiple Math eXtension, o ancora Matrix Math eXtension. Intel non ne ha mai ufficializzato il significato), è quanto studiato da Intel stessa per permettere un boost prestazionale ai propri processori in ambiti multimediali.
Si tratta di un set di 57 nuove istruzioni di tipo SIMD (Single instruction multiple data), che se attivate via software permettono un incremento di prestazioni in ambito multimediale.
Questo nuovo set venne implementato inizialmente nei contemporanei Pentium, dando vita così ai primi Pentium MMX. Sostanzialmente la CPU, in codice P55C, era simile alla precedente apportando alcune piccole migliorie (come ad esempio un processo produttivo inferiore) e arrivando fino alla velocità operativa di 233 Mhz.
Purtroppo, questo nuovo set richiedeva software ottimizzato, cosa che non sempre avveniva. Inoltre, MMX non era esente da problemi, come ad esempio il fatto di poter lavorare solo su numeri interi, o di non poter operare in parallelo con istruzioni MMX e operazioni in virgola mobile.
Anche se questa tecnologia non diede poi tutte le prestazioni sperate, rivelandosi più bella di quanto utile, essa fu solo la base del successivo sviluppo.
Infatti, da questo momento, soprattutto Intel e AMD svilupperanno sempre nuovi set aggiuntivi per supportare le operazioni in ambito multimediale.
La prima a muoversi fu AMD, la quale incluse ed espanse il set MMX in un suo nuovo set chiamato 3DNow! (e successivi ampliamenti come Enhanced3DNow! e 3DNow! Professional) con il quale risolveva alcune lacune di Intel, come le operazioni sui numeri in virgola mobile.
Dalla sua, Intel includerà le istruzioni MMX nei successivi set SSE (Streaming SIMD Extension) nati per colmare il gap con il 3DNow! di AMD, ampliate poi nelle successive SSE2, SSE3 e SSE4, le quali ancora mantengono tutte la retro compatibilità con il set originario MMX.
E per chiudere, la tecnologia era effettivamente bella da vedere, come testimonia lo spot Intel per la promozione del nuovo Pentium MMX.
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