Lo chiamano «Strategic Update». Ma è firmato Steve Ballmer, colui il quale dopo la dipartita di Bill Gates è risaputo come numero uno indiscusso della casa di Redmond. Con una mail resa pubblica da All Things D., Ballmer ha comunicato quelle che sono le strategie prossime venture per il gruppo Microsoft ed emergono indicazioni molto interessanti relativamente a molti aspetti del mercato in area Windows.
A livello strutturale viene innanzitutto diviso il comparto Platforms and Services. Dopo 16 anni ai servizi Microsoft, lascia l’azienda Kevin Johnson (capro espiatorio della scalata non riuscita alla proprietà Yahoo), il quale passa al controllo della Juniper Networks. La transazione verso il nuovo quadro organizzativo sarà progressiva e coadiuvata dallo stesso Johnson, con alcune cariche ad interim in cerca di nuovi leader per il prossimo futuro. Il tutto, ovviamente, con alcuni obiettivi ben precisi. Questi i sei punti strategici individuati da Ballmer per spiegare gli aspetti su cui si focalizzerà l’azienda:
- Windows
«Il successo di Windows è il nostro primo obiettivo»: secondo Ballmer il lavoro portato avanti è stato buono e, una volta seminato, è venuto ora il momento di raccogliere. Annunciate novità in tal proposito già entro l’anno. Ballmer assicura inoltre massimo supporto agli sviluppatori per creare applicazioni per piattaforma Windows, con attenzione particolare al mondo .NET ed a Windows Presentation Foundation; - Apple
«Nella competizione tra PC e Mac, surclassiamo Apple 30 a 1. Ma non ci sono dubbi che Apple stia crescendo. Perchè? Perchè sono bravi ad offrire un’esperienza minima ma completa». Secondo Ballmer Microsoft è scesa a troppi compromessi, ed è per questo che «da oggi il nostro modo di lavorare con i vendor hardware cambierà per assicurare una completa esperienza senza più alcun compromesso. Faremo lo stesso nella telefonia scegliendo di lavorare per creare grandi esperienze end-to-end»; - Business/Enterprise
Ballmer osanna il comparto server, mai così forte nella storia del gruppo. I punti su cui si può ancora crescere è invece la ricerca in ambito enterprise e la competizione con Linux nei web server e nel computing ad alte performance; - Software plus Service
Ballmer conferma il fatto che il modo in cui il software viene pensato e sviluppato sta giocoforza cambiando e la realtà online cambia dunque i propri paradigmi di base. Per questo motivo debbono cambiare anche le modalità di distribuzione e vendita, e Microsoft vi si sta adattando. Ballmer promette forti novità in tal senso entro l’anno, focalizzando l’attenzione sulla piattaforma “cloud” e sulle prossime versioni delle tecnologie Live del gruppo; - Google
La sfida con Google è qualcosa che Microsoft intende combattere nel lungo periodo «con persistenza e tenacia»: la ricerca è un elemento chiave per le opportunità nell’advertising e per questo motivo Microsoft intende non soltanto inseguire, ma anche innovare l’impronta che Google ha imposto al settore negli anni; - Yahoo
«Yahoo era una tattica, non una strategia»: Ballmer non chiude il discorso relativo alla possibile acquisizione del gruppo, ma sottolinea come Microsoft abbia tutte le potenzialità, le capacità e le risorse per poter fare lo stesso percorso senza alcun aiuto. Microsoft, insomma, ribadisce come Yahoo avrebbe ricoperto il ruolo di “accelerante” nella scalata al mondo della ricerca e del search advertising, ma «with or without Yahoo» l’obiettivo rimane lo stesso.
Ballmer chiude il proprio intervento con una iniezione di fiducia forte: «Guardando avanti, vedo un futuro incredibilmente luminoso per il nostro gruppo. […] Siamo i migliori al mondo nella produzione di software e nessuno può fare confusione in proposito. Non significa che non possiamo migliorare, ma nessuno è meglio di noi. Nessuno lavora duro come noi. Nessuno è più tenace di quanto lo siamo noi. […] La nostra opportunità di cambiare il mondo è mai stata tanto grande». Un discorso da leader, toni forti e grande decisione. Un discorso aggressivo, con il dito puntato ad ognuno dei nemici del gruppo. Un discorso destinato alla base, e dunque colorito quanto basta per suscitare il necessario entusiasmo ed una fondamentale comunione d’intenti.