Che io sappia l’attività videoludica nel mondo mobile è relegata a quegli ambiti dove il gioco serve per riempire brevi momenti di tempo libero, spesso non preventivato, più che essere un’occupazione a cui ci si dedica specificatamente. In pratica, difficilmente useremo il cellulare per giocare un’oretta, come invece facciamo con i PC desktop, ma piuttosto giocheremo nell’attimo in cui non abbiamo altro da fare dato che abbiamo il telefono sottomano. Le eccezioni ci sono certamente, ma penso dipendano dai gusti personali di ognuno, contro i quali non c’è limite che tenga.
Le potenze di calcolo dei dispositivi mobili, seppur in costante miglioramento, non sono adatte ad offrire l’esperienza di gioco a cui oggi anche il più semplice dei computer desktop ci ha abituato, ma a mio avviso le cose stanno lentamente cambiando. Non nel senso che presto troveremo gli stessi giochi di PSP e Nintendo DS anche sui palmari, ma nel senso che un nuovo tipo di gioco, con peculiarità riferite al fatto di essere mobile, sta pian piano emergendo.
Prendiamo ad esempio questo articolo, che parla dell’editor di Spore, il nuovo e tanto atteso prodotto di Electronic Arts, creato dall’apprezzatissimo e visionario Will Wright.
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La versione per mobile del gioco sfrutterà le peculiarità dell’accelerometro e del touch screen dell’iPhone per far muovere la creatura nell’oceano e fargli acquisire punti. Questi risultati saranno poi scaricati nel database centrale e si integreranno con il resto del gameplay che continuerà nella versione desktop.
Questo quindi uno degli elementi di quelle che potrebbero essere le nuove tendenze. Un gioco che esce fuori dai compartimenti stagni della console dove è stato creato, che va oltre Internet e viene con noi in ogni momento. Non lo stesso gioco, ma una versione specializzata, un minigame.
Poi pensiamo anche a che tipi di sviluppi ci potrebbero essere usando i terminali mobili come estensione per l’interazione ambientale, magari abbinati con il GPS: invece di far correre all’impazzata il nostro alter-ego virtuale, potremmo dover correre noi per 100 metri entro un tempo massimo. Il device mobile registrerebbe la riuscita o meno della sfida e, una volta superata, potremo tornare in poltrona e continuare con la fase successiva.
E ancora, sempre parlando di mobilità, riprendendo l’esempio del Tamagotchi, cosa sarebbe far crescere con noi, grazie al mobile, quello che nel gioco potrebbe essere il nostro assistente? Più lo curo durante il giorno, più saprà aiutarmi durante le missioni, se invece lo trascuro, mi aiuterà poco o, peggio ancora, mi sarà solo d’intralcio.
Riassumendo: giocare col mobile per partecipare a qualcosa di più esteso, interagire con l’ambiente, estendere l’esperienza di gioco anche alla quotidianità. Questi e molti altri sono i fattori che a mio avviso potrebbero far nascere un nuovo ambito, quello dei giochi per mobile. Attenzione, per mobile, non per cellulari e per console mobili. Voi che ne pensate?