Si è rivelata meno difficoltosa del previsto la rielezione del board di Yahoo nel corso della assemblea annuale degli azionisti. Nonostante il difficile semestre affrontato dalla società di Sunnyvale a causa della travagliata, e mai portata in porto, acquisizione da parte di Microsoft, i possessori delle azioni del motore di ricerca hanno sostanzialmente riconfermato i membri del consiglio direttivo, lasciandosi alle spalle le polemiche e le critiche, indirizzate principalmente al CEO Jerry Yang.
Raccolti nell’assemblea, gli azionisti in possesso del 76% degli 1,38 miliardi di titoli della società hanno fornito il loro consenso per la rielezione di tutti e nove i membri del board di Yahoo. Un segnale forte e auspicato dalla società di Sunnyvale, alla ricerca di un periodo di maggiore stabilità dopo il terremoto innescato dall’offerta di acquisto di Microsoft e dalla successiva lunga contrattazione. Complessivamente, il board ha registrato un ampio consenso da parte degli azionisti partecipanti all’assemblea, comprendente il 14,6% a favore della rielezione di Jerry Yang, verso il quale numerosi possessori di pacchetti azionari non avevano lesinato critiche per aver resistito alle sirene provenienti di Redmond.
Nonostante l’esito positivo delle votazioni, lo scontento in parte degli azionisti è divenuto palese nel corso dell’assemblea. Alcuni partecipanti alla riunione hanno espressamente richiesto le dimissioni di taluni componenti del board, accusati di aver ostacolato l’accordo con Microsoft danneggiando così Yahoo e i possessori dei suoi titoli azionari. I componenti del consiglio di amministrazione della società hanno risposto uniti alle critiche provenienti dagli azionisti, difendendo il loro operato e ricordando di aver adottato le strategie migliori per tutelare il bene dellla compagnia.
Nel mirino degli azionisti diffidenti è finito principalmente Roy Bostock, uno dei principali membri del board, per il quale sono state richieste le immediate dimissioni per la gestione dell’affaire Microhoo. Nel corso dell’assemblea, Bostock ha illustrato i principali dettagli sullo stato di salute di Yahoo, soffermandosi a lungo sulle contrattazioni intercorse con Microsoft e rivelatesi infine inconcludenti. Ma su alcuni particolari il consigliere del board sembra abbia preferito glissare.
Secondo alcuni analisti, infatti, Bostock non avrebbe fornito spiegazioni sufficientemente esaustive su che cosa avesse spinto la società a reputare non sufficiente la notevole offerta di 33 dollari per azione proposta da Microsoft, richiedendo di arrivare almeno a 37 dollari. Bostock non avrebbe fornito poi sufficienti informazioni sull’attuale ridimensionamento delle risorse umane di Yahoo, un aspetto importante per comprende lo stato di salute di una grande socità come quella del famoso motore di ricerca.
La riconferma del board costituisce, comunque, una notizia positiva per Sunnyvale, resa anche possibile dalla pace armata recentemente firmata con il tycoon Carl Icahn. Terminate le formalità per l’insediamento del nuovo board, in cui siederà anche Carl Icahn per rappresentare il suo 4,98% di azioni Yahoo, la società del motore di ricerca sarà impegnata a recuperare gli esiti della lunga trattativa con Microsoft, cercando di costruire nel breve periodo una condizione meno burrascosa e maggiormente stabile.