Desta preoccupazione tra le compagnie telefoniche europee il piano prospettato dal commissario Viviane Reding per riformare il mercato della telefonia mobile dell’Unione Europea. Impegnata ormai da tempo nella difficile impresa di abbattere i costi sostenuti dai consumatori per comunicare in mobilità, la signora Reding ha ipotizzato in più di una occasione una revisione completa degli attuali sistemi adottati per applicare le tariffe non solo per le semplici telefonate, ma anche per lo scambio di dati attraverso i telefoni cellulari. Provvedimenti attesi da buona parte delle associazioni dei consumatori del vecchio continente, ma fermamente osteggiati dalle principali compagnie telefoniche.
Per dimostrare la propria contrarietà a una revisione delle attuali norme e tariffe, Vodafone ha da poco inoltrato un messaggio a Viviane Reding sottolineando> come le modifiche prospettate dal commissario potrebbero rivelarsi particolarmente controproducenti per il settore, con l’allontamento dalla telefonia mobile di almeno 40 milioni di utenti. Una stima molto negativa ottenuta attraverso uno studio su un campione di 9000 consumatori europei, utilizzata per cercare di dissuadere Viviane Reding dai propri intenti.
La riforma delle telecomunicazioni ipotizzata dalla combattiva esponente della Commissione Europea prevede un radicale cambiamento delle attuali regole applicate per le chiamate tra differenti gestori telefonici. Reding vorrebbe passare dal sistema fino ad ora in vigore, in cui i costi della “tariffa di terminazione” sono praticamente a carico del solo chiamante, a un regime tariffario simile a quello degli Stati Uniti, in cui sia il chiamante che il ricevente contribuiscono al pagamento dei costi per la telefonata tra due operatori diversi (così come già avviene per il roaming all’interno della UE). Secondo la Reding, tale sistema consentirebbe di abbattere sensibilmente il costo medio di una chiamata tra due diverse compagnie telefoniche, con un conseguente risparmio per il consumatore. Una “tariffa di terminazione” più bassa si tradurrebbe, però, in un minor guadagno da parte degli operatori che, in Europa, basano su di essa il 15 – 20% dei loro introiti.
La possibile perdita di una fonte di guadagno che ha consentito a molte compagnie telefoniche di prosperare ed espandersi nel vecchio continente sembra spingere gli operatori a contestare la riforma proposta da Viviane Reding. Secondo le indagini di Vodafone, il sistema del pagamento per le chiamate da parte del chiamante e del ricevente non verrebbe pienamente compreso dai clienti europei, da sempre abituati a non pagare per le chiamate ricevute dagli altri operatori. L’adozione del sistema utilizzato negli Stati Uniti potrebbe comportare, sempre secondo la multinazionale della telefonia, l’allontanamento di almeno 40 milioni di consumatori europei con evidenti danni per l’intero settore.
Nonostante le numerose proteste delle compagnie telefoniche e gli ultimi dati forniti da Vodafone, Viviane Reding sembra essere determinata a proseguire per la sua strada con l’obiettivo di abbattere gli alti costi della telefonia mobile in Europa. La questione non interessa solamente le chiamate vocali, ma anche lo scambio di dati per la navigazione sul Web attraverso le reti di terza generazione.
Intanto, nell’attesa dei prossimi sviluppi sulla delicata questione, attraverso la Commissione Europea, Reding ha ottenuto un’ulteriore riduzione dei prezzi per le chiamate in roaming all’interno dei 27 Stati membri. A partire dallo scorso 30 agosto la tariffa massima passa da 0,49 a 0,46 Euro al minuto per chi effettua chiamate e da 0,24 a 0,22 Euro per chi riceve una telefonata in roaming. Entro un anno, le tariffe dovrebbero ancora diminuire raggiungendo rispettivamente 0,43 Euro e 0,19 Euro.