Dopo indagini interne, inchieste degli organi di controllo, class action e numerose querelle legali, sembra essere giunto il momento per l’ultimo capitolo dell’annosa questione delle stock option di Apple. All’indomani dell’evento speciale, in cui Steve Jobs ha presentato le novità per il suo sistema “iPod + iTunes”, sono emersi nuovi importanti dettagli su un accordo legale teso a risolvere definitivamente il contenzioso ancora in corso tra buona parte dei top manager della società di Cupertino e un nutrito gruppo di azionisti, che avevano deciso di citare in giudizio Apple per le sue politiche poco ortodosse sui titoli azionari postdatati.
Stando alle prime informazioni, infatti, Steve Jobs e una dozzina di altri manager Apple avrebbero raggiunto un accordo economico con la controparte per porre fine alle azioni legali ancora in corso per l’intricata vicenda. Il patto prevede il pagamento di un risarcimento complessivo intorno ai 14 milioni di dollari, cifra che verrà elargita dalle società di assicurazioni che offrono assistenza ai manager della società di Cupertino. L’accordo prevede, inoltre, un impegno formale da parte di Apple per modificare almeno in parte le proprie politiche amministrative interne, così da scongiurare in futuro episodi simili a quelli verificatisi negli ultimi anni con le azioni postdatate.
Il patto potrebbe così porre fine alle 19 cause legali avviate dagli azionisti di Apple contro i top manager della società e il suo consiglio di amministrazione. Cupertino dovrebbe inoltre pagare circa 8,85 milioni di dollari alle autorità giudiziarie per la copertura delle spese legali sostenute in questi anni. I dettagli del risarcimento saranno vagliati nel corso della prossima udienza, fissata per il 31 ottobre.
Se approvato dalle autorità giudiziarie, il patto da poco formulato potrebbe davvero porre fine alla lunga querelle legale iniziata all’incirca due anni fa e che ha rischiato di minare l’immagine di Apple e del suo famoso CEO, specialmente nel corso dei primi mesi della delicata vicenda. Ammesse le proprie responsabilità, e identificati i principali colpevoli all’interno del top management, la società di Cupertino sembra aver dunque scelto la via più rapida per risolvere la questione ed evitare ulteriori strascichi nelle aule dei tribunali. Una scelta obbligata, in grado di mettere Apple al riparo dagli esiti incerti di un processo vero e proprio.