Il futuro di Apple in un "mattone"

Secondo le ultime indiscrezioni, Apple sarebbe ormai pronta a rivoluzionare il ciclo produttivo di parte dei suoi dispositivi. Grazie a "Brick", la società di Cupertino potrebbe presto produrre case monoblocco in alluminio per i suoi MacBook
Il futuro di Apple in un
Secondo le ultime indiscrezioni, Apple sarebbe ormai pronta a rivoluzionare il ciclo produttivo di parte dei suoi dispositivi. Grazie a "Brick", la società di Cupertino potrebbe presto produrre case monoblocco in alluminio per i suoi MacBook

Mentre continuano a circolare numerosi rumors sul possibile rilascio, nei prossimi giorni, della nuova generazione di MacBook da parte di Apple, in Rete sembra essere stato risolto il mistero su “Brick”, un enigmatico progetto di Cupertino. Stando alle ultime informazioni raccolte da 9to5mac.com, il “mattone” di cui tanto si è parlato nelle ultime settimane non sarebbe un nuovo dispositivo di Apple, ma una innovativa tecnica di produzione per i case in alluminio dei computer portatili della mela. Una curiosa rivelazione che, se confermata, sposta per una volta l’attenzione dal semplice prodotto alla sua complessa fase di progettazione e costruzione.

Secondo 9to5Mac, “Brick” non sarebbe altro che un blocco di alluminio, primo stadio di produzione per i nuovi involucri della fortunata serie di dispositivi portatili MacBook. Apple avrebbe infatti realizzato una nuova piattaforma tecnologica per creare dei case monoblocco in alluminio per laptop, apportando una delle più importanti modifiche al suo ciclo produttivo negli ultimi dieci anni. Stando ai primo rumors, il nuovo sistema utilizzerebbe alcuni laser e getti d’acqua per scavare e incidere l’alluminio, così da ottenere il case dei MacBook da un unico pezzo di alluminio senza operare alcun assemblaggio o saldatura.

Una vera e propria rivoluzione che, se confermata, porterebbe a numerose implicazioni di carattere tecnico e industriale. La creazione di un case monoblocco potrebbe, infatti, ridurre al minimo la possibilità di errori nella delicata fase di assemblaggio, rendendo l’alloggiamento per i componenti più saldo e stabile. I tempi stessi di produzione di ogni case potrebbero essere sensibilmente abbattuti e, grazie alla precisione di incisione dei laser, la quantità di materiale di scarto potrebbe essere ridotta al minimo, con evidenti vantaggi economici e per l’ambiente. Un processo maggiormente automatizzato richiederebbe, inoltre, meno manodopera con costi minori per Apple e forse anche prezzi più concorrenziali per i consumatori.

Stando alle prime informazioni fornite dalla fonte consultata da 9to5Mac, e ritenuta estremamente affidabile dal sito di informazione online, il nuovo ciclo produttivo implicherebbe nuovamente un impegno diretto da parte di Apple, riducendo sensibilmente l’attuale livello di outsourcing. La maggior parte dei dispositivi concepiti da Cupertino, infatti, sono stati fino ad ora prodotti all’estero negli stabilimenti in Cina e Taiwan. La creazione dei case direttamente negli States potrebbe almeno in parte modificare gli attuali assetti produttivi, riportando Apple al centro del processo di assemblaggio di alcune linee dei suoi dispositivi.

Nonostante le voci su “Brick” stiano ormai dilagando in Rete, è ancora presto per comprendere la fondatezza dei nuovi rumors lanciati da 9to5Mac. Tuttavia, una risposta alle tante domande intorno al ventilato nuovo sistema di produzione potrebbe giungere entro metà mese, momento in cui Apple dovrebbe presentare la nuova generazione di MacBook in tempo per gli acquisti delle festività natalizie.

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