Ray Ozzie è il personaggio chiamato da Microsoft per seguire le orme di Bill Gates nel derimere le linee guida per la crescita dell’architettura dell’offerta del gruppo. Nel tempo difficoltà varie hanno allungato il percorso delle dinamiche messe in moto nei mesi precedenti, ma ora l’impronta di Ozzie sembra farsi sempre più incisiva. La svolta potrebbe aver preso forma proprio in queste ore, in occasione della Microsoft Professional Developers Conference 2008 (PDC2008). Ed il tutto ha un nome preciso: Azure, la dimensione “cloud” della software house di Redmond.
«Oggi si segna un punto di svolta per Microsoft e per la comunità degli sviluppatori. Abbiamo introdotto un set di tecnologie in grado di cambiare le regole del gioco offrendo nuove opportunità agli sviluppatori […]». Continua poi Ray Ozzie nella sua presentazione: «La Azure Services Platform, costruita sull’impegno Microsoft nei confronti dell’apertura e dell’interoperabilità, promette di trasformare il modo in cui le aziende operano e come i consumatori accedono alle informazioni ed esperienze sul Web. Ancor più importante, offre agli utenti il potere di scegliere di creare applicazioni cloud […] o di combinarle nel modo che più si addice ai bisogni del loro business».
La Azure Services Platform ingloba al proprio interno diversi componenti:
- Windows Azure, con capacità di storage, computing e networking;
- Microsoft SQL Services, per estendere le potenzialità di SQL Server alla “nuvola” ed ai servizi web-based;
- Microsoft .NET Services, implementazione service-based del Framework .NET;
- Live Services per le conosciute potenzialità di condivisione e sincronizzazione informazioni, foto, dcumenti tra pc, telefoni, applicazioni e siti web;
- Microsoft SharePoint Services e Microsoft Dynamics CRM Services per i contenuti e la collaborazione in ambito business.
Ray Ozzie, dopo essersi complimentato con Jeff Bezos per quanto messo a punto da Amazon con la propria piattaforma cloud, esprime la propria soddisfazione per il lavoro operato: Azure offrirà al mondo Microsoft nuove potenzialità e permetterà importanti tagli dei costi, cosa che diventa ormai elemento cruciale soprattutto in ambito business. I vantaggi sono inoltre nei tempi ridotti di sviluppo, nella maggiore semplicità di test, nella scalabilità dei progetti. L’elemento chiave sarà nella struttura server remota, sulla quale Microsoft sta investendo importanti risorse per raggiungere una dimensione tale da poter reggere l’onda d’urto soprattutto dell’esigente utenza corporate.
Il momento è cruciale. Microsoft, secondo alcune stime, avrebbe ad oggi investito già qualcosa come 3 miliardi di dollari nella nuova architettura cloud ed ulteriori investimenti stanno per essere messi a punto per aumentare la dotazione hardware che dovrà supportare il tutto. Ozzie era giunto in Microsoft con uno scopo preciso: segnare una svolta rispetto al modello che Bill Gates aveva saputo far fruttare negli ultimi decenni.
Ozzie, conscio del proprio ruolo, sembra accettare tale scottante posizione affrontando di petto le importanti responsabilità conseguenti: il progetto è di lungo periodo, il gruppo sta intraprendendo una scelta radicale, si sta dando il via a qualcosa destinato a durare fino ai prossimi 50 anni. La conversione completa al nuovo modello dovrebbe esaurirsi nel giro di circa un decennio: secondo Ozzie alcune aziende dovranno ponderare bene ogni passaggio, per poi passare però con fiducia alla nuova realtà.
In questa fase iniziale si procederà con una formula ad inviti per limitare le prove tecniche sulla piattaforma. Gli inviti sembrano essere distribuiti al momento con estrema rapidità e permettono l’accesso a 50Gb di storage con traffico autorizzato da 20Gb/giorno. A regime il servizio avrà un tariffario che, spiega Microsoft, sarà «in contrasto con le tradizionali licenze software». Il modello cloud, infatti, prevede pagamenti in base all’uso, promettendo pertanto flessibilità e taglio dei costi. Quest’ultima valutazione è basata in particolare sul fatto che non occorrerà più dotarsi di hardware con il rischio di lasciarlo inutilizzato: sarà il contratto con Microsoft a delineare le capacità di computing e di storage accessibili, permettendo così alle aziende di delegare a Redmond la responsabilità di creare le necessarie economie di scala per la riduzione dei costi.
Ulteriori dettagli saranno diramati nei prossimi giorni: la PDC2008 è appena iniziata e su Azure c’è ancora molto da scoprire.
In questa nuova dimensione Microsoft incontrerà una concorrenza nuova e per certi versi inedita per quella che è stata la storia del gruppo. Google è il primo grande rivale. Amazon è il nome emergente. Salesforce è l’elemento più radicato sul mercato grazie ad una offerta già collaudata e diffusa. Sebbene ad oggi il tutto si riduca ad una presentazione e ad una Technology Preview, l’annuncio di Ozzie appare realmente come il momento della svolta. Per Microsoft, probabilmente, il “2.0” inizia seriamente solo oggi.