La Securities and Exchange Commission (Commissione per i Titoli e gli Scambi), ente governativo statunitense preposto alla vigilanza della borsa valori, starebbe vagliando attentamente le modalità con cui Apple ha divulgato le notizie in merito allo stato di salute del suo CEO Steve Jobs, al fine di accertarsi che alcune informazioni non siano state trattenute volontariamente, danneggiando così gli investitori. A rivelarlo, il sito finanziario americano Bloomberg.com, partendo dalle rivelazioni di alcune fonti vicine alla problematica.
Il SEC starebbe quindi indagando su di una sequenza di annunci che è stata in grado di modificare repentinamente il valore delle azioni di Apple, seppure al momento non ci siano indicazioni evidenti di una condotta scorretta da parte di Apple. A pochi minuti dalla diffusione della lettera di Steve Jobs, nella quale comunicava la decisione di prendersi un periodo di pausa di circa sei mesi per problemi di salute più complessi di quanto inizialmente immaginato, il titolo Apple è precipitato perdendo 8,4 punti percentuali. Solo una settimana prima, il fatto che Jobs avesse giustificato la propria assenza dal Macworld per un “semplice” scompenso ormonale, aveva rasserenato gli animi, facendo salire le quote di società di ben 4,2 punti percentuali; si trattava della prima dichiarazione ufficiale sul suo stato di salute da quando nel 2004 aveva contratto una rara forma di tumore al pancreas, fortunatamente operata con successo.
A ciò si aggiunge la notizia, riportata dallo stesso Bloomberg, per cui Jobs, a causa di alcune complicazioni scaturite dal trattamento anti-cancro, si starebbe preparando ad un trapianto di fegato. Apple dal canto suo non intende fornire ulteriori dettagli sullo stato di salute del suo CEO, al pari di quest’ultimo.
Secondo Peter Henning, federal prosecutor e legale del SEC, la commissione si starebbe avventurando in un territorio alquanto delicato e spinoso: «potrebbe essere difficile e certamente si tratta di una nuova area per la legge», ha dichiarato Henning, « si tratterebbe di stabilire esattamente ciò che [ad Apple] sapevano, e poiché si tratta di un problema di salute – a differenza di una fusione o di una perdita nel guadagno – non è detto si arrivi ad un responso definitivo». Se da un lato infatti il direttivo Apple non può essere obbligato a divulgare dettagli sullo stato di saluto del suo CEO, dall’altro gli azionisti chiedono una maggiore trasparenza: «la ragione per cui stiamo parlando di questo è che non siamo sicuri che siano stati veramente onesti con noi», ha dichiarato Edward Smith, corporate governance expert al Chadbourne & Parke in New York, «il direttivo Apple avrebbe dovuto assolvere le sue obbligazioni nei confronti degli azionisti notificando che Jobs se ne sarebbe andato».