Pochi indizi, ma una grande teoria: Skype è in vendita. L’ipotesi torna puntualmente a farsi forza partendo ancora una volta dal solito pugno di indizi che, più che delineare una ipotesi, sembrano voler tracciare una possibilità. Insomma: se Skype fosse in vendita ci sarebbero tutti i presupposti per veder montare l’affare e ci sarebbero tutti gli indizi per giudicare possibile, col senno del poi, il concretizzarsi di un’operazione di cessione. Ad oggi, però, non ci sono conferme né smentite, ma solo teorie basate su valutazioni di analisti ed operatori vicini al numero uno di eBay John Donahoe.
Il primo punto d’appoggio è proprio in Donahoe. Una volta insediatosi a capo del gruppo, il CEO ha dovuto assistere pressoché impotente alla caduta del valore azionario senza grosse possibilità di reagire in un mercato sempre più difficile e sempre meno danaroso. Ma Donahoe sapeva fin dall’inizio cosa avrebbe preso in mano: eBay, PayPal e Skype formano uno dei migliori puzzle del comparto tecnologico, ma ancora non si è capito come i tre pezzi possanno essere combinati assieme. Skype, soprattutto, vive una realtà a sé stante («great standalone business») e Donahoe aveva immediatamente spiegato di voler cercare nuove sinergie per il gruppo. In caso contrario, la cessione sarebbe divenuta un’ipotesi da tenere in stretta considerazione.
Il secondo punto d’appoggio è nella crescita di Skype: il client è ormai attivo per oltre 400 milioni di persone e la crescita non sembra subire particolari rallentamenti (se non nella monetizzazione delle offerte SkypeOut). Se con eBay le sinergie non emergono, al tempo stesso l’asset potrebbe essere appetibile per altri attori ed in questo senso il beneficio ai bilanci sarebbe sostanzioso. Se non altro per far perdonare agli azionisti la cifra pagata a suo tempo per l’acquisizione.
Il terzo punto d’appoggio è nel fatto che a mano a mano che il tempo passa, Skype vede ridursi il gap con gli instant messenger ed il suo punto di forza è oggi semmai nella crescente community che ne popola i server. Secondo una stima pubblicata da CNet, oggi una cessione di Skype potrebbe portare ad eBay una cifra tra 1.6 e 2 miliardi di dollari (sempre che con questa congiuntura ci sia qualche gruppo disposto a spendere tale cifra). Meno, in ogni caso, dei 2.6 miliardi spesi a suo tempo per rilevare l’idea dalle mani di Niklas Zennstrom e Janus Friis.
Mashable e CNet danno fiato ai rumor. Altre fonti tornano a suggerire possibili alchimie tra eBay e Google. Altri ancora vedono in eBay uno spezzatino destinato a rigenerarsi nel corso della riorganizzazione che la crisi potrebbe imporre. In realtà il fuoco brucia sotto le ceneri, ma al di sopra c’è oggi solo fumo. Skype cresce, è parte di eBay e nessuno ha ancora lasciato intendere realmente che le cose possano cambiare a breve. Forse.