Per il momento nulla di certo, per quanto il buzz prodotto da numerosi blogger della rete difficilmente possa passare inascoltato: Microsoft potrebbe essere seriamente intenzionata a compiere un passo decisamente inedito e inaspettato in seguito all’acquisizione nel febbraio 2008 di Danger, società californiana dietro il successo dei telefonini della serie Sidekick, ovvero andare verso l’open source. Nel concreto, a Redmond potrebbero essere già al lavoro sullo sviluppo di un nuovo sistema operativo per la serie Sidekick basato su NetBSD, sistema operativo open source in grado di funzionare su di una vasta gamma di apparecchi, cellulari compresi. Niente Windows Mobile quindi, né altri sistemi operativi Microsoft ma un solo OS gratuito. I rappresentanti Danger al momento non intendono fornire conferme sull’utilizzo di tale sistema operativo.
È il post dello sviluppatore Garrett D’Amore, inserito all’interno del suo blog, a fungere da propulsore per la diffusione dell’intera vicenda: da annuncio ricevuto, Microsoft sarebbe alla ricerca di sviluppatori esperti NetBSD al fine di realizzare la piattaforma alla base della prossima generazione di telefoni Sidekick. L’utilizzo di un sistema operativo open source lascia però D’Amore alquanto perplesso: Microsoft potrebbe in tal modo avvalersi di un sistema gratuito che per licenza non potrà successivamente obbligarla a condividere i propri contributi con gli altri sviluppatori. «Sono scioccato e stupito che Microsoft possa essere coinvolta nello sviluppo di un prodotto che utilizza NetBSD come core e fornisce agli sviluppatori l’accesso alle API NetBSD», ha dichiarato D’Amore. «È possibile realizzare con NetBSD sistemi totalmente chiusi».
Molto si è discusso sulle motivazioni alla base dell’acquisizione di Danger, ritenendo in linea di massima che tale mossa fosse in grado di aprire a Microsoft il segmento di mercato più giovane e offrire alcune interessanti tecnologie da integrare nel proprio sistema operativo dedicato ai dispositivi mobili. Molto probabilmente a Redmond svilupperanno una piattaforma con una interfaccia molto simile a Windows Mobile e NetBSD non sembra aver difficoltà a fornire tutti gli strumenti necessari: «è facilmente incorporabile, robusto, ben sostenuto, sicuro e funziona anche su apparecchi molto piccoli», come ricorda D’Amore.
In ultima analisi, è emerso un documento del 2007 nel quale si può intuire come Danger fosse impegnata nel convertire per la piattaforma NetBSD il suo software già prima dell’acquisizione. Molto probabilmente a Redmond si è semplicemente deciso di completare la migrazione già intrapresa.