Curioso il destino di Gmail: nato il 1 aprile, cade il martedì grasso. Eppure non è stato uno scherzo in nessuno dei due casi. La posta da 1Gb, poi diventata la casella di posta senza limiti, per alcune ore è stata in panne scatenando una ridda di commenti ovunque vi fosse uno strumento “social” che aggrega i dubbi e le richieste degli utenti. Da qualche minuto, però, la casella di posta è tornata attiva: il problema sembra essere definitivamente risolto.
Nessuna motivazione apparente dietro il blocco. Il blog del gruppo non affronta l’argomento almeno fino alla sua risoluzione, così come nessuna spiegazione è al momento stata portata sul blog ufficiale Gmail. Solo nella pagina di supporto è comparsa una breve nota, nella quale sono stati ufficializzati i termini dell’intoppo senza comunque addurre motivazioni chiare al problema. 1.30AM Pacific Time è il momento in cui il down è iniziato. E non è uno stop senza conseguenze: quanti non erano pronti all’emergenza, infatti, si son trovati a dover affrontare una problematica gestione della posta, vedendo tramite l’eventuale notifier l’arrivo delle mail (il traffico della posta non si è mai fermato), ma senza potervi accedere tramite webmail: funzionante il Pop3, fermo il sito web.
Sono momenti di una certa importanza simbolica. Improvvisamente in molti si son trovati a secco di posta e per qualche minuto milioni di persone hanno dovuto giocoforza riflettere sulla fragilità di un sistema basato con formula esclusiva sull’accesso web-based. La riflessione si estende all’intera galassia “cloud”, la nuova formula che da più parti sta per essere sperimentata per un approccio nuovo e potenziato alle risorse. L’affidabilità, oggi più che mai, è una delle caratteristiche più importanti per il futuro dei progetti software ed hardware, un elemento su cui l’informatica deve ancora dimostrare piena maturità.
Quando in Italia la casella di posta è tornata ad essere raggiungibile, ancora sul blog ufficiale di Google le spiegazioni latitano: si notifica un blocco parziale negli Stati Uniti e nel Regno Unito (impossibile mandare e ricevere la posta), ma nessuna spiegazione viene fornita. Il gruppo spiega di voler aggiornare l’utenza appena tutto verrà risolto e, progressivamente, il servizio sembra che stia per essere ripristinato a livello globale.
In Italia la situazione appare pienamente recuperata. Facebook e Twitter hanno retto l’urto degli interrogativi allarmistici sul blocco, siti web e giornali radio hanno dato eco all’allarme, e da domani si guarderà tutti con un occhio diverso a Gmail: anche la casella di posta di Big G può cadere, ed agire per differenziare i propri accessi al sistema può essere un modo intelligente per poter guardare con relativa indifferenza a blocchi come quello odierno: